Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d’Italia nove anni fa, è – qui il nostro video – da sempre l’ambasciatore di Giorgia Meloni nel sistema economico-finanziario. Imprenditore, già sottosegretario alla Difesa, oggi è presidente di Orizzonte Sistemi Navali, impresa creata come joint venture tra Fincantieri e Leonardo e specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma. Insomma, quando parla di fatturato, export, costo del lavoro, investimenti sa esattamente di cosa si tratta. Nona caso, Giorgia Meloni l’ha spedito nel Veneto ad incontrare gli imprenditori (200 a cena ieri sera a Treviso, un tempo feudo incontrastato della Lega). Lì ha ascoltato il grido di dolore delle imprese energivore che in tantissimi casi sono davanti al dilemma: chiudere gli impianti nonostante i cassetti pieni di commesse o bruciare le riserve aziendali.
«Tutti parlano del sorpasso di FDI sulla Lega nel Veneto, ma questo proprio non ci interessa. Il Veneto è una regione ottimamente amministrata da Luca Zaia che è un amico e quello che importa davvero è che si riesca a vincere e si riesca a dare in fretta al Paese un governo che affronti questa emergenza. E serve che, nell’attesa del nuovo governo, quello in carica non perda tempo: agisca subito per abbattere i costi energetici ed evitare il tracollo dell’Italia». Guido Crosetto ai giornalisti non usa mezzi termini: «Questo è il periodo più difficile dal Dopoguerra. Perché, guardate questo Paese è cresciuto con l’inflazione alta nel Paese, ma era tutta l’economia a crescere. Gli operai, gli impiegati, anche con l’inflazione a due cifre mandavano i figli all’Università e compravano casa. Oggi non è così, rischiamo di perdere il lavoro fatto nelle generazioni precedenti. Abbiamo l’urgenza di salvare le imprese che vuol dire salvare il Paese tutto: se l’Italia ha un peso nel mondo oggi è soltanto perché dispone di un comparto industriale d’eccellenza. Se lo perdiamo salta tutto».
Le ricette di FDI sono note: spacchettamento del costo dell’energia elettrica dalla sola voce del prezzo del gas; sblocco delle concessioni per le rinnovabili («Solo in Italia abbiamo impianti pronti ad entrare in funzione che da due anni aspettano il permesso di connettersi alla rete di distribuzione: una follia con la fame di energia che abbiamo» sottolinea Crosetto); avvio di nuovi impianti di produzione.
«C’è bisogno di una rivoluzione culturale in questo Paese: mettere al centro le famiglie e le imprese ed introdurre criteri di merito nella pubblica amministrazione. Lo Stato deve smetterla di essere un nemico degli Italiani. La burocrazia deve essere al servizio: bisogna lasciare liberi gli Italiani di intraprendere. Se ci riusciamo, dalla crisi se ne può uscire in fretta. Anche perché i nostri imprenditori sono abituati a risolvere problemi imprevisti: questa nostra duttilità è l’arma vincente del modello veneto che riesce a coniugare il profitto al benessere della comunità».
Crosetto, davanti ai continui attacchi personali a Giorgia Meloni, non ha mancato una battuta sulla competizione elettorale: «Non ci avete sentito, né ci sentirete mai, attaccare personalmente i nostri avversari politici; abbiamo agito responsabilmente anche dall’opposizione. Noi presentiamo le nostre idee, siamo uomini e donne libere che rispondono soltanto degli impegni presi. Vorrei sentire gli altri fare lo stesso. Poi, comunque, decidono gli elettori che sono in grado di comprendere. Ricordo che ci salviamo come comunità».
E le sanzioni? Il tema a destra è divisivo: «Nessuno mette in discussione la nostra posizione internazionale. Quando si sta in una famiglia se ne accettano le decisioni. Certo, bisogna che chi paga di più il conto di queste misure non venga lasciato solo dagli altri. Ma oggi paghiamo soprattutto la cecità della politica italiana del passato: è stata fatta una guerra per buttarci fuori dalla Libia che abbiamo accettato senza pensare alle conseguenze. Ed oggi ci ritroviamo senza gas. Questo non deve più accadere».
Ultimo tema, l’autonomia: «C’è un accordo di programma: autonomia con riforma in senso presidenzialista dello Stato. Siamo sempre stati favorevoli, non c’è modo migliore per servire le Comunità. Certo, l’autonomia non risolve oggi i problemi geostrategici del Paese. Ci vuole anche un centralismo “serio” che tolga dal tavolo questi problemi».