È stata pubblicata sulla rivista scientifica Blood la ricerca “Premature aging of the immune system affects the response to Sars-CoV-2 mRna vaccine in β-thalassemia: additional dose role” che ha rivelato la necessità di una strategia di “richiamo” vaccinale per giovani pazienti con b-thalassemia analoga a quella adottata per gli anziani. Lo studio, coordinato dall’istituto Spallanzani di Roma, è stato realizzato in collaborazione con la professoressa Lucia De Franceschi e con Marco Caminati ricercatore del dipartimento di Medicina dell’università di Verona e con Filippo Mazzi, dirigente medico dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.
Lo studio prospettico è stato condotto su pazienti giovani adulti fragili affetti da b-thalassemia, una malattia genetica rara del globulo rosso. “Si è valutata – spiega De Franceschi – la sieroconversione e il profilo immunologico dei pazienti trattati con vaccinazione a mRna anti-Sars Covid-19, confrontandoli con quelli di una popolazione sana di pari età e genere. Nel corso della ricerca si è compreso che l’ invecchiamento del sistema immunologico provocato dalla malattia nei soggetti giovani riduce l’efficienza della risposta anticorpale al vaccino, in modo del tutto simile a quanto accade nei soggetti ottuagenari”.
Tra gli scenari futuri presi in considerazione c’è la possibilità di valutare la risposta immunologica ad altri vaccini non mRna. “Inoltre – aggiunge De Franceschi – anche la capacità di comprendere come prevenire l’invecchiamento precoce del sistema immunitario per poter impattare positivamente sul burden di malattia(letteralmente “fardello di malattia”). Si tratta di un indice che misura l’impatto complessivo di una patologia in termini di mortalità e disabilità, spesso utilizzato in concomitanza ai tradizionali indicatori di incidenza di una malattia”.
Il lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Blood è stato possibile grazie alla solida rete di collaborazione nazionale che vede attivamente coinvolto il gruppo di ricerca della De Franceschi. Qui, la presenza dei pazienti con questa patologia rara e dell’expertise in medicina traslazionale costituisce un milieu unico per poter generare nuove conoscenze in malattie genetiche invalidanti come la b-thalassemia. Il valore aggiunto dello scambio culturale tra gruppi di riferimento nazionali ed internazionali per queste patologie, insieme all’istituto Spallanzani, costituisce un’esperienza unica a livello internazionale nel contesto della pandemia da Sars Covid-19 e delle malattie genetiche rare”, ha dichiarato il coordinatore dello studio.
Oltre a Verona, l’istituto Spallanzani di Roma si è avvalso anche della collaborazione dell’ospedale Bambin Gesù, dell’ospedale Galliera di Genova, dell’università della Campania “Vanvitelli-Napoli e dell’ospedale Cervello di Palermo.