Vuoi che Draghi, così bravo a fare di conto al punto che c’è la sua firma su tutte le banconote della Banca centrale Europea, non l’avesse previsto? Lui che è il più bravo di tutti? Ma no, certo che lo sapeva! Ed è proprio per questo che ha lasciato che facessero cadere il suo governo e lasciare la patata bollente del costo dell’energia alla Meloni, visto che quasi certamente sarà lei a succedergli dopo il 25 settembre. Una patata bollente che secondo i conti della Cgia di Mestre – che anche lei sa fare i conti- ammonta ad almeno 35 miliardi almeno per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso.
Se il governo no tirerà fuori questa cifra moltissime imprese e altrettante famiglie non potranno più pagare le bollette. Con conseguenze devastanti per il tessuto produttivo, per l’occupazione, per le famiglie. Impensabile che si possano tagliare i fili della luce a milioni di famiglie. Impensabile che si possa anche solo prendere in considerazione milioni di lavoratori per la strada.
Nel 2022 ci sono stati rincarito energetici per 127,4 mld, cui vanno sottratti i 58,8 mld di sostegni fin qui erogati dal Governo Draghi compresi i 14 mld approvati ieri.
“Rispetto al 2021- calcola la Cgia- le famiglie e le imprese, al netto degli aiuti stanziati, dovranno farsi carico di un aumento del costo dell’energia elettrica e del gas che sfiora i 70 mld.” Una cifra davvero insostenibile c he il nuovo Governo dovrà, entro fine 2022, recuperarne almeno la metà (35 mld) per sostenere chi non ha i soldi per pagarle.
Da un’indagine fatta a febbraio da Arte il 15,4% delle Pmi e degli utenti domestici, molti dei quali sono costituiti da lavoratori autonomi e partite Iva, già non era riuscito a pagare le bollette. Gli insoluti ammontavano a 26 milioni di euro con una media di 7-800 euro al mese per gli utenti domestici e di 5 mila euro per le piccole imprese e le partite Iva. Con gli aumenti, calcola la Cgia, entro la fine 2022 almeno il 30% delle famiglie e delle piccole e medie industrie non sarà in grado di pagare le bollette.