Prosegue, nel primo semestre, il trend di crescita dell’export veronese che mette a segno un incremento del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un andamento positivo che migliora i risultati del I trimestre (con esportazioni in crescita del 12,1%), e realizza quasi 7,4 miliardi di euro, a valore, per i nostri prodotti venduti all’estero. La performance dell’export scaligero, anche se buona, tuttavia è inferiore di quella veneta e italiana, che segnano rispettivamente +19,3% e +22,5%.
“I valori dell’export di questo I semestre – afferma il vice presidente della Camera di Commercio di Verona, Paolo Tosi – dimostrano come il Sistema Verona sia in salute e capace di affrontare le sfide internazionali. Una crescita che si mantiene a doppia cifra non era scontata, tenendo conto delle molte variabili macroeconomiche che le nostre aziende devono affrontare. L’impennata dell’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime, infatti, rappresentano un serio problema per la competitività delle nostre merci. Rimane una seria preoccupazione per un’inversione di tendenza che potrebbe essere molto rapida e che, complice la guerra in Ucraina, rischia di mettere in grave difficoltà l’economia veronese”.
Nello specifico sono tre i settori che crescono in doppia cifra: bevande, calzature e marmo. Le bevande, cioè il vino, confermano il proprio lungo trend di crescita e segnano un +11,6%, per un valore delle esportazioni superiore ai 588,3 milioni di euro.
Il marmo rafforza il proprio recupero, già evidente nel primo trimestre, e fa crescere l’export del 16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, attestando il valore delle esportazioni a 236,4 milioni.
Le calzature, con un +17,3%, mettono a segno la miglior performance semestrale per un export che vale 246,4 milioni di euro. I macchinari si dimostrano una certezza per l’export veronese: totalizzano un aumento di 8,3 punti percentuali rispetto al I semestre 2021 e, con quasi 1,3 miliardi di euro di esportazioni, si confermano al primo posto tra i comparti scaligeri. Il tessile/abbigliamento riprende la propria crescita all’estero con un +5,8%, per 731 milioni, mentre rimane in terreno negativo la termomeccanica, che segna un calo dell’export del 6,6%. L’ortofrutta mostra una lieve flessione dell’1,2% (309,2 milioni).
Entrando nel dettaglio dei Paesi approdo delle merci veronesi, tutti i primi dieci mercati sono in crescita ad eccezione della Svizzera, in calo dell’11,5%. La guerra ha complicato le esportazione verso la Russia, quindicesimo mercato, che si riducono del 4,2%, mentre quelle verso l’Ucraina, 53° mercato, diminuiscono del 39,4%.
Anche l’import cresce. Verona fa segnare un +16% nel valore delle importazioni, un aumento che comunque è inferiore al Veneto (+41,2%) e al resto del Paese (+44,4%). In particolare, a crescere maggiormente sono le importazioni di pasta-carta, carta e cartone che incrementano del 77,5% (203,3 milioni) e di prodotti chimici, materie plastiche e gomme +45,2% (288 milioni).
Si conferma l’aumento delle importazioni dalla Russia che salgono del 70,6% in valore.