“Pensiamo seriamente a una nuova valutazione che finalmente tenga conto del mutato contesto internazionale e che sia pronta a deroghe sulla tabella di marcia del Farm to Fork”. Così Paolo Borchia, europarlamentare della Lega e coordinatore Id in commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre), durante il suo intervento nell’assemblea plenaria a Strasburgo.
“Nel 2022 il settore agricolo vede un ulteriore peggioramento del trend negativo dello scorso anno. In questo momento il 34% delle aziende agricole italiane si trova costretto a lavorare in una condizione di reddito negativo, mentre oltre il 13% delle aziende rischia addirittura di chiudere. Le misure proposte lo scorso luglio dalla Commissione sulla rimozione delle tariffe per l’importazione delle materie prime necessarie a produrre fertilizzanti,- ha continuato Borchia- sono sicuramente positive ma, se da un lato si tolgono le tariffe per abbassare gli altissimi costi delle importazioni, dall’altro, con la strategia ‘Farm 2 Fork’, stiamo creando le basi per aggravare ulteriormente la dipendenza da queste importazioni. Ci si illude, infatti, – spiega Borchia – di poter superare la crisi del settore agricolo con azioni restrittive come la ‘Farm 2 Fork’, ma il rischio è di aumentare la dipendenza delle importazioni che si è riconosciuto essere la causa prima dell’esplosione dei costi. È evidente che rischiamo di ripetere lo stesso passo falso che stiamo già facendo in materia di energia affidandoci ai recenti piani di razionamento dei consumi e al pacchetto ‘Fit for 55’, misure che porteranno ad una riduzione della nostra capacità di produzione e che ci renderanno sempre più dipendenti dalla Cina”.