“Scandaloso. Luigi Di Maio, bocciato dai suoi elettori e quindi, fortunatamente, non rieletto in Parlamento ha pensato bene – prima di fare gli scatoloni e lasciare definitivamente la Farnesina – di conferire diverse nomine di rilievo all’interno del suo Ministero, in barba alle indicazioni contenute nella normativa ministeriale che ne delinea i limiti”.
Così Paolo Borchia, europarlamentare e coordinatore Lega nel Mondo. “Nell’ultimo Cdm del governo Draghi, infatti, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale non si è certamente sottratto dalla corsa al conferimento di incarichi apicali. Un ministro, lo ricordo, che, seppure ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti, è dapprima uscito dal partito cui apparteneva (5Stelle) grazie al quale aveva ottenuto l’incarico, ha poi fondato un altro partito, si è candidato con un terzo partito e non è stato eletto, ed ha quindi peso politico attuale pari a zero.
A differenza dell’esponente ex pentastellato, il segretario della Lega Matteo Salvini, aveva auspicato che non ci fossero atti amministrativi nel mese precedente all’insediamento del nuovo governo, in distonia con la volontà popolare. E’ evidente che non solo non è stato ascoltato l’appello della Lega, ma neppure attuata la direttiva della Presidenza del Consiglio. Ecco perché le nomine “Dimaiane” possono essere considerate illegittime ancora prima che inopportune. Ricordo in proposito che anche noi conosciamo l’istituto dello spoil system, e che in materia di nomine che travalicano i limiti normativi è ben nota a tutti la sentenza del Tar Puglia di Bari. Invito perciò, – conclude Borchia – a garantire immediato ripristino della situazione di regolarità e di rispetto del principio di buon andamento e imparzialità delle PA, vigilando, così come noi continueremo a fare, presso tutte le pubbliche amministrazioni affinché non si ripetano simili episodi”.