«Sono nato e cresciuto in un quartiere periferico di Verona, dove il destino dei giovani sembrava già segnato e immodificabile. Dobbiamo far sì che ai giovani italiani non venga sottratto il futuro, che possano essere protagonisti nel loro Paese che è la settima potenza economica mondiale e che è fondatore dell’Unione Europea». Lorenzo Fontana, nel suo primo saluto alla Camera da neopresidente, ricorda il quartiere Saval dove è cresciuto negli Anni Ottanta. la sua storia personale, insomma, come simbolo di riscatto possibile, come modello in positivo per un Paese che deve fare i conti, dopo sessant’anni di crescita ininterrotta, con la povertà, con la paura del futuro, con le ansie di 4 milioni di cittadini diversamente abili e le loro famiglie.
Ma Lorenzo Fontana usa due parole più volte e queste danno la cifra del suo prossimo impegno: sobrietà e diversità. La sobrietà starà nei comportamenti suoi e dei colleghi deputati e nell’atteggiamento che terranno in aula: «L’Italia ci guarda e ci chiede risposte vere a problemi veri ed enormi: la pace, il futuro, l’uscita dalla pandemia, l’inflazione e l’impoverimento». La seconda parola è diversità: «L’Italia è il grande Paese che è perchè non è tutta uguale, ma è diversa, plurale. Ci sono differenze geografiche, storiche, culturali. Non dobbiamo cancellarle. Non dobbiamo coprirle con un’omologazione che proviene dall’estero. Dobbiamo valorizzare tutte le nostre diversità, come chiede la Costituzione e come ci ha chiesto anche il Presidente della Repubblica, Mattarella («E’ il perno della nostra democrazia» ha sottolineato). Diversità non vuol dire imporre una presunta superiorità; la diversità è la ricchezza dell’Italia e dell’Europa».
Fontana, nel dichiararsi difensore delle prerogative della Camera e dei diritti di tutte le forze politiche in particolar modo quelle di minoranza, ha ribadito la necessità di «invertire il processo di formazione delle leggi, abbandonando il ruolo avuto negli ultimi governi, anche alla luce delle crisi contingenti, perchè è nel Parlamento che debbono nascere le leggi, qui si mediano le culture, qui si producono norme migliori proprio perchè più attente alle diverse sensibilità della nostra società».
Un passaggio importante anche per Papa Francesco: «Riferimento speciale per la maggioranza degli Italiani, impegnato a difendere nel mondo alti valori morali e strenuamente impegnato nel promuovere la pace» e per Umberto Bossi «Se sono qui oggi, lo debbo a lui che mi fu ispiratore».
Importanti anche le dichiarazioni sull’Europa («Non c’è soltanto la diversità, ma anche “il rispetto integrale degli impegni presi col PNRR») e sull’impegno per l’Italia («Dobbiamo favorire una nuova coesione territoriale e combattere l’inflazione; dobbiamo far rialzare l’Italia mettendo al centro del nostro lavoro la promozione e la tutela delle persone come vuole la Costituzione dando loro la possibilità di esprimere il loro talento. Dobbiamo recuperare l’orgoglio di quello che siamo come Italiani: un popolo capace di rialzarsi dalla distruzione della seconda guerra mondiale e custode del più vasto patrimonio culturale del mondo»). Nessuna polemica, ovviamente, nei confronti dei deputati che l’hanno attaccato alla vigilia del voto, ma solo l’invito ad un lavoro proficuo, efficiente e rigoroso.