( di Francesco Bovolin) Nell’impossibilità di tradurre letteralmente quest’espressione inglese, si potrebbe dire un “trattamento oltre il necessario”; ne parlerò spiegandola e spiegando soprattutto ciò che comporta, a volte, nel mondo delle cure odontoiatriche.
Immedesimiamoci nel paziente tipo, signora o signore di mezza età, in buona salute, che ha però trascurato la sua salute orale, o meglio dei suoi denti. Preso da necessità si reca in uno studio odontoiatrico X, che non conosce, ma che gli è stato raccomandato perché è una struttura cosiddetta “low cost”, grande organizzata e soprattutto economica. Primo appuntamento, visita e piano di cure, la cui lettura (senza colloquio col sanitario perché come abbiamo precedentemente visto il colloquio medico/paziente in questi centri non è previsto) lo lascia senza parole. Niente mezze misure, estrazioni, riabilitazione protesica totale o subtotale su impianti, immediata o ritardata ma con fattura di provvisori, comunque in tempi molto ridotti. Spesa elevata. Si propone però possibilità di finanziamento con ente convenzionato a interessi zero.
Sorpreso e perplesso, confidenze con amico/a e nuova visita, in altro studio dentistico della sua città, ove l’amico/a va da anni. Visita e a seguire appuntamento col professionista per ricevere piano di cure e colloquio cui seguirà consenso informato. Sorpresa: piano di cure assai diverso, alcune estrazioni, certo, ma anche terapie conservative degli elementi dentari naturali esistenti, riabilitazione protesica (corone e ponti) ove necessario, otturazioni, controlli per mesi dopo la fine cure. Pagamento da concordare, con possibilità di rateizzazione.
Due scenari diversi, da capire. Nel primo, assoggettato a leggi di profitto estremizzato, nel quale le scelte terapeutiche sono imposte al professionista dall’alto, leggi uffici commerciali, si va “oltre”, appunto “over”, le necessità terapeutiche reali, per ottenere un assenso a cure più impegnative e quindi più costose. Il paziente, ignorando la materia, accetta e subisce. Si offre un possibile finanziamento il che comporta per il paziente un impegno economico dall’immediato pari al totale della spesa prevista, che la banca versa subito allo studio dentistico, il quale quindi incassa immediatamente l’intero ammontare della cifra mentre il paziente firmando si impegna a pagare in mesi o anni quanto ottenuto. Nota bene: questo è affatto un percorso disonesto, se il professionista è tale e non una società di capitale, onorerà con competenza il suo contratto, seguendo il paziente e con reciproca soddisfazione finale. Lo studio incasserà quanto richiesto e il paziente sarà agevolato nell’onorare un debito magari per lui troppo impegnativo. Diverso quando una società di capitale, come più volte successo negli ultimi anni, fallisce e svanisce. Cure non portate a termine, pazienti abbandonati a se stessi, ma debitori verso la banca erogatrice del prestito, bocca disastrata. E sarà poi arduo trovare un professionista che porti a buon fine cure iniziate da altri. Con ulteriori spese.
Anni fa, all’inizio del ventunesimo secolo a Marsiglia, due dentisti poi definiti “i dentisti macellai di Marsiglia”, padre e figlio, furono condannati a 8 e 5 anni di reclusione per aver sottoposto a cure non necessarie ma finalizzate a spropositati guadagni (risulta che nel solo 2010 abbiano fatturato 2,6 milioni di euro) centinaia e centinaia di cittadini. Faccio notare che nella sentenza i giudici francesi usarono un termine assai pesante, ma appropriato, che va oltre il concetto di overtreatment, dissero che “i pazienti furono mutilati per interventi non necessari”. Mutilati, non danneggiati, ingannati, ma mutilati.
Si sta avvicinando la data di Halloween, ma evitate che per allora la vostra bocca assomigli a quella di uno zombie.