(di Matteo Zanon) E’ ancora vivo nella mente dei tifosi di basket gialloblù il ricordo di Mike Iuzzolino, il piccolo folletto che ha incantato sui parquet italiani della palla a spicchi. Lo hanno ricordato giovedì sera in Auditorium penne autorevoli e giovani giornalisti della redazione di basket del Corriere dello Sport come Alessandro Fontana, autore del libro su Iuzzolino “L’Arcobaleno nel canestro”, il giornalista e cronista delle partite dell’Alpo Basket Giovanni Miceli e il compagno di squadra e asso dei tempi d’oro del basket scaligero Sandro Boni. A coordinare le varie voci, l’impeccabile maestria di Adalberto Scemma (che ha dato il titolo al libro di Fontana).
La serata è stata aperta dai saluti delle autorità, il presidente della biblioteca Renzo Campo Dell’Orto, l’assessore alla cultura Claudia Barbera e l’assesore allo sport Andrea Zamperini che in coro hanno ringraziato i presenti per questa serata che fa ricordare tanti momenti belli del basket scaligero e che unisce, come sta succedendo sempre di più a Villafranca, cultura e sport in un connubio che spesso si rivela vincente.
Prima di passare la palla agli artefici del libro, lo speaker ufficiale della biblioteca Giacomo Belligoli ha letto la prefazione del giornalista Andrea Barocci, riscuotendo un pieno di ricordi ed emozioni che accomunano Iuzzolino e il basket veronese. La sorpresa della serata è stata la proieizione dei saluti arrivati dagli Usa proprio dal protagonista Iuzzolino, che ha ringraziato gli organizzatori per la serata e fatto un saluto speciale alle ragazze, alcune presenti in sala, della squadra di A2 dell’Alpo Basket.
Il giornalista Fontana ha introdotto il libro che è stato inserito nella collana “La Coda del Drago” della casa editrice Zerotre e che entra di diritto nella categoria della letteratura sportiva, campo che sta prendendo sempre più piede, come ha ricordato l’editrice Enza Di Giovanni presente in sala. “Il libro – ha detto l’autore – essendo inserito nella collana richiedeva un’approfondimento ultieriore che non fosse solo di carattere sportivo e quindi la sfida è stata quella di raccontare l’uomo più che il giocatore”. Un esempio di sportività e di abnegazione che Fontana ha voluto metterlo per iscritto: “Quello che mi ha sorpreso positivamente è stato conoscere aspetti dell’uomo Iuzzolino che mia pensavo potessero adattarsi a un uomo di sport. Lui è la dimostrazione che con il sacrificio, la determinazione e la volontà si può arrivare lontano, nonostante dei limiti fisici evidenti”. Alto un metro e 83 centimetri, ha lavorato molto sul fisico e sulla tecnica per riuscire a competere con “mostri” che superavano i due metri. “Mike è un esempio di cosa vuol dire fare sport non tradendo mai certi valori. Ha deciso di far diventare la sua passione un lavoro e per lui il basket era una terapia” ha proseguito l’autore.
Ore ore a tirare a canestro per migliorarsi sempre di più, per limare ogni minimo dettaglio. Proprio questa sua voglia di migliorarsi, che lo ha reso quel campione che poi è diventato, l’ha ribadita il suo compagno di squadra Sandro Boni: “Nella prima partita non ci fece una grande impressione. Segnò sei punti ed eravamo un po’ perplessi. Durante la settimana in allenamento ci siamo dovuti ricrecede perchè fece delle cose che non avevo mai visto fare a nessuno. E’ stato uno dei pochi giocatori che ho visto che tirava sempre alla stessa maniera. Al College si alzava alle cinque e andata in palestra a tirare 500 tiri e poi andava a scuola. Al pomeriggio idem e anche quando era a Verona spesso dopo gli allenamenti si fermava a fare più di 100 tiri a canestro e poi andava a casa”. Nella seconda partita segno più di 20 punti e nella seconda quasi 30 e dà quel momento iniziò la sua ascesa. Non a caso, il suo numero di maglia, oltre a quella di Dalla Vecchia, è stato ritirato dalla società veronese come segno di infinita riconoscenza a questo grande campione gialloblù.
Giovanni Miceli ha poi raccontato il suo contributo all’interno del libro con l’intervista all’amico e compagno di squadra di Mike Roberto Bullara, guardia tiratrice della squadra in cui militavano lui, Iuzzolino e Boni. Al termine della sua testimonianza, essendo legato con un filo diretto alle ragazze dell’Alpo Basket, ha fatto conoscere al pubblico presente le ragazze dell’Alpo presenti in sala e ha intervistato Martina Rosignoli, tra le punte di diamante della squadra villafranchese.
In conclusione, dopo altri interventi di Boni e Fontana tra ricordi e aneddoti legati alla vita e al trascorso al fianco di Iuzzolino, Scemma e Enza Di Giovanni hanno presentato le nuove iniziative della collana e della casa editrice che è sempre più orientata a dare spazio alla letteratura sportiva che, come non mai, sta riscuotendo grande successo. Villafranca sarà in prima linea per promuovere lo sport e la sua cultura.