Ce l’hanno messa tutta i ragazzi di Bocchetti. Hanno dato l’anima con un uomo in meno per tre quarti di gara. Ma non c’è stato niente da fare. Hanno perso ancora e sono sprofondati all’ultimo posto in classifica.
E’ stato un dejàvu. L’Hellas comincia bene, dominando la Roma di un Murinho stupito. E segna al 26° con Davidovich che devia un tiro da fuori aera di Veloso. I giallorossi prendono un palo ( in seguito ne prederanno altri due), ma è la squadra di Bocchetti a fare il gioco con grande intensità. Poi l’episodio che fa cambiare la gara. Davidovich, che a questo punto annulla il gol che aveva fatto poco prima, compie un fallaccio su Zaniolo con una pessima entrata a gamba tesa col piede che va a colpire l’avversario sulla coscia. L’arbitro con l’aiuto del Var decreta l’espulsione. Discutibile finché si vuole, forse invece che cartellino rosso avrebbe potuto essere giallo, ma un professionista che gioca in serie A queste cose le dovrebbe sapere prima. Va da sé che la partita cambia completamente volto. La Roma prende coraggio e l’Hellas è costretto a rivoluzionare completamente il gioco e ad abbassarsi, finché a 2 minuti dal riposo Tameze fa un errore imperdonabile: cincischia con la palla e se la fa portar via come un pollo. Due passaggi e Zaniolo pareggia. Due errori come quelli di Davidovich e di Tameze una squadra che si vuole salvare non se li può permettere perché vanificano tutti i progressi che sono stati fatti nel cambiare il tipo di gioco rispetto alla gestione Cioffi. C’è anche un problema di qualità tecnica dei singoli giocatori. Ma caspita, proprio da Tameze che è uno di quelli più dotati, certi svarioni non si possono accettare. Il resto è una gara su un piano inclinato. La Roma segna il secondo gola e anche il terzo. L’orizzonte è sempre più buio. Setti osserva dalla tribuna. Chissà che cos’ha in testa. Ma una cosa è certa: così la B non ce la cava nessuno.