E’ nel Nordest che si beve di più. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna Trentino-Sud Tirolo sono le regioni italiane dove l’alcol ha la maggior diffusione. Dove invece si beve di meno è nel sud. Dati del Ministero della salute che ha pubblicato un rapporto sull’assunzione di alcol in Italia.
Cresce sempre più il consumo di bevande alcoliche, ma cambia il modo di bere, con abitudini molto diverse da quelle consolidate nella cultura del paese. Protagonisti i giovani con il binge drinking, che è il bere per ubriacarsi, assumendo bevande alcoliche una dietro l’altra.
Nel 2020 4.1milioni di consumatori si sono ubriacati, 930mila tra gli 11 e i 25 anni, con 120mila minori intossicati di cui 3.300 sono finiti in un Pronto Soccorso.
Altra nuova modalità del bere è l’alcolpops, costituito da bevande gasate come aranciate limonate che, servite ghiacciate, pare che non contengano alcol, mentre in realtà ne contengono sui 6/7 gradi. Sono pericolose in quanto introducono all’uso di alcol senza che uno ne sia consapevole. Mascherato con l’apparenza di un’innocua aranciata, dolce e colorata, per essere più accattivante per una ragazzina non abituata a bere, in realtà serve per ‘iniziare’ all’alcol chi non ha mai bevuto.
Mentre nella cultura tradizionale il vino o anche i superalcolici venivano assunti per assaporarli, oggi i giovani li assumono essenzialmente per avere una sorta di sballo. E’ la ‘balla’ il fine del bere. Non più la degustazione. Questo, ovviamente, non per tutti. Ma per la maggioranza. Purtroppo.
La parte del leone la fanno gli aperitivi alcolici, prediletti da oltre 20.5 mln di persone (+1,9%), maschi per il 46,9%, soprattutto tra le donne tra i 18 e 64 anni. 14.5 milioni over 11 (38% uomini e 15,8% donne) hanno bevuto superalcolici, il cui consumo è pure in aumento. Per le ragazze fra 16 e 17 anni la frequenza delle consumatrici a rischio è del 40,5% . Per i maschi è del 43,8%. Addirittura tra i ragazzini di 11/15 anni il 10% è a rischio.
Tra il 2010 e il 2020 il trend dei consumi è calato tra gli uomini è invece aumentato tra le donne. Sono aumentate del 19,7% le femmine tra i 21 e 25 anni che hanno consumato alcolici lontano dai pasti. Il 40,5% delle ragazze beve per fare la balla (binge drinking).
E’ risaputo che bere lontano dai pasti fa più male, perché l’alcol viene assorbito più rapidamente e in quantità maggiore dalla stomaco. Coiò nonostante il consumo di alcol fuori pasto è il comportamento più diffuso tra i giovani di entrambi i sessi.
Su 830mila persone con danni da alcol, solo 64.527 sono stati presi in carico dai servizi per le dipendenze. Il 93% non si cura perché è convinto di non averne bisogno. E questo è un danno personale e sociale ancora più grave.