“Apprendiamo dagli organi di stampa che Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, fuori dal governo italiano per aver perso le ultime elezioni politiche e probabilmente attualmente inoccupato, sarebbe in corsa per la carica di inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico per occuparsi di energia e gas. La notizia, se fosse fondata, avrebbe dell’incredibile se non altro perché sfuggono ai più i requisiti che lo renderebbero idoneo a ricoprire questo ruolo tanto rilevante quanto delicato. Utilità di Di Maio in quel posto – ricordiamoci che aveva anche fatto arrabbiare i sauditi per questioni di armi – rischierebbe di essere pari a zero, il che significa che non lo manderebbero certo per farlo lavorare”.
Così l’europarlamentare Paolo Borchia, coordinatore Id in commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre) e responsabile federale Lega nel Mondo.
“Per questo, ho depositato un’interrogazione proprio a Josep Borrell, Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, affinché spieghi quali sono i punti in base ai quali si ritiene che il Curriculum Vitae di Di Maio sia adeguato per essere proposto per una posizione simile”.