Calderoli, Ministro per gli Affari regionali, è una garanzia per l’Autonomia. Mentre i suoi predecessori hanno traccheggiato, lui è partito in quarta e ieri
ha presentato ai Governatori la bozza del ddl.
Invece per quel che riguarda la volontà politica dell’intero governo è prevedibile, com’era da immaginarselo, che a fare da freno sia Fratelli d’Italia, che fin dalla campagna elettorale aveva messo le mani avanti: l’autonomia differenziata si può fare, ma assieme alla riforma della Costituzione in senso presidenzialista.
Un escamotage per non rompere con gli alleati su un tema che sta da sempre a cuore alla Lega e per non andare contro i propri elettori che in Veneto, tanto per citare la regione che più la chiede, sono favorevoli all’Autonomia. Abbinandola alla riforma presidenzialista i tempi s’allungherebbero a dismisura e, siccome nessuno possiede la sfera di cristallo, dato che in politica ‘ non si sa mai’ anche questa volta potrebbe andare a finire che non se ne fa niente. L’Adige lo aveva previsto in tempi non sospetti.
Come se ciò non bastasse, a rallentare il processo autonomista s’aggiunge la contrarietà di alcune regioni, come la Campania e la Puglia, entrambe con la guida a sinistra.
Calderoli cerca di comporre: “non c’è una spaccatura tra Nord e Sud, c’è una paura del Sud che qualcuno si avvantaggi a svantaggio loro”e giudica positivo l’incontro con i Presidenti regionali. “Non c’è stato nessuno che si sia dichiarato contrario” ha rilevato il Ministro guardando il bicchiere mezzo pieno. Ma sappiamo tutti che se nessuno dichiara pubblicamente contrarietà, poi, sotto sotto, a lavorare per mettere i bastoni fra le ruote qualcuno c’è. E Calderoli lo sa. Memore di quello che avvenne per la ‘Devolution’, ottenuta dal governo Berlusconi nel 2006 con l’aperto dissenso della sinistra, stavolta cerca di costruire una legge ampiamente condivisa. Non basta vincere, bisogna anche convincere. E per questo non ci possono essere parti che possono essere danneggiate rispetto ad altre.
E sede per questa opera di convincimento per scrivere una legge condivisa
è la Conferenza delle Regioni. E il suo presidente, Massimiliano Fedriga, leghista come Calderoli, apprezza: “con questo spirito – spiega – studieremo la proposta di disegno di legge per l’attuazione dell’Autonomia differenziata presentata dal Ministro Calderoli. E’ una bozza di lavoro, quindi la esamineremo, faremo delle proposte e daremo il nostro contributo per migliorarla insieme”.
L’intendimento è di allargare la prospettiva alle Regioni che vogliano acquisire una maggiore responsabilità su alcune materie a seconda delle proprie specificità.
Invece nei fatti decisamente contrario all’Autonomia il presidente della Puglia Emiliano (Pd) che considera addirittura incostituzionale la proposta Calderoli e, in una visione pervicacemente centralista, resuscita vecchi timori, come quello della penalizzazione del Sud.
Più prudente la posizione di Occhiuto, governatore della Calabria, che non si dichiara per principio ostile all’Autonomia ma, come Emiliano, ritiene “utile che si definiscano i livelli essenziali delle prestazioni e quindi i diritti che vanno riconosciuti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale”.