La consapevolezza che uno stile di vita sano sia la miglior forma di prevenzione delle malattie, soprattutto quelle in qualche modo legate all’alimentazione, alla vita sedentaria conche a certi ‘vizi’, è entrata nella testa della gente. Ci si dovrebbe quindi aspettare che ne conseguissero comportamenti e abitudini coerenti. Invece non è così. L’essere umano è strano: pensa una cosa, ne dice un’altra e ne fa un’altra ancora. E’ quanto rilevato dalla ricerca “Attitudes Versus Intentions – The Consumer Wellbeing Gap” di Herbalife Nutrition, realizzata da Mintel/Kantar Profile condotta su un campione di 1000 italiani. A parole sono tutti convinti che per essere più sani bisogna mangiare meglio, calare di peso, abbassare il livello del colesterolo e degli zuccheri nel sangue, fare ginnastica o comunque fare più movimento. Ma poi a mettere in pratica queste dichiarazioni sono pochi.
Per quel che riguarda l’alimentazione il 69% dice di mangiar sano con una certa continuità, mentre gli altri ammettono di farlo solo qualche volta. Tutti sanno che è importante mangiare frutta e verdura, ma il 22% dichiara di non mangiarne mentre il 12% è convinto di non assumere abbastanza proteine. Il 34% non sostituisce i latticini con alimenti vegetali e il 37% non mangia proteine vegetali e nemmeno ha intenzione di farlo. Solo il 6% evita alimenti di origine animale.E’ la necessità di consumare meno zuccheri e di utilizzare più alimenti naturali e mangiarne di meno di quelli di origine animale ad orientare il cambio di alimentazione.
Che cos’è che influisce sull’incoerenza fra l’affermare la necessità di uno stile di vita più sano senza poi metterla in pratica ? Molto probabilmente il motivo è da ricercarsi in inveterati fattori culturali, in abitudini alimentari sbagliate dovute ai ritmi di vita ma anche al persistere di tradizioni culinarie del passato, consolidatesi nei secoli, quando l’uomo per sopravvivere faceva molta più attività fisica ed aveva bisogno di nutrimenti più calorici rispetto ad oggi. Gioca però un ruolo rilevante anche la contraddittorietà dei messaggi che giungono sul tema ed anche una certa difficoltà ad accettare dei cambiamenti alle abitudini.