I Carabinieri dei NAS di concerto con il Ministero della Salute hanno controllato in tutt’Italia 1.934 strutture sanitarie, monitorando 637 imprese e cooperative. Hanno verificato l’idoneità di 11.600 medici, infermieri e altri operatori sociosanitari, tecnici di laboratorio. Hanno scoperto 165 irregolarità, segnalando 205 persone di cui 83 alla Magistratura e 122 alle autorità amministrative.
8 titolari di cooperative sono stati denunciati per l’ipotesi di reato di frode ed inadempimento nelle pubbliche forniture per non aver rispettato gli obblighi contrattuali o aver utilizzato personale sanitario privo della necessaria idoneità. Tra questi anche molti medici sopra i 70 anni che, stando alla legge, non possono lavorare nelle strutture sanitarie pubbliche. E questo è un problema che deve sanare il governo. I Nas hanno fatto il loro dovere facendo rispettare la legge, ma in un momento come quello attuale in cui la mancanza di personale medico è diventata un’emergenza è necessario intervenire a livello legislativo allungando l’età dei sanitari che volontariamente accettano di continuare a offrire le loro prestazioni professionali anche dopo i 70 anni. Il Ministro aveva ventilato la possibilità di prorogare il limite d’età a 72 anni. E giustamente. Anche perché a quest’età la quasi totalità dei camici bianchi è perfettamente in grado di continuare a svolgere il suo lavoro.
Invece pare che la proposta si sia arenata. E questo è un male per il SSN. Nelle verifiche di Nas sono anche emersi 43 casi di esercizio abusivo della professione, soprattutto a carico di attività infermieristiche e sono state chiuse 5 strutture socio-sanitarie prive delle necessarie autorizzazioni.