Oltre 8 milioni di euro in arrivo dall’Unione europea, tramite il programma Horizon Europe, dedicato allo sviluppo della ricerca scientifica, per studi promossi dal dipartimento di Scienze economiche dell’ateneo di Verona.
Due i progetti finanziati, di durata quadriennale, in partenza tra la fine del 2022 e il gennaio del 2023, che vedono l’università scaligera in prima fila. Flash, Flexible approaches to support health through financing, di cui Verona è capofila, con Paolo Pertile, docente di Scienza delle finanze, dedicato allo studio di nuovi e più efficienti sistemi di finanziamento per il servizio sanitario nazionale. A questo si aggiunge Pcr-4-All, Impact and viability of a novel mass PCR testing method as a pandemic-fighting strategy, cui l’ateneo partecipa con il team guidato da Catia Nicodemo, docente di Economia politica, con l’obiettivo di dimostrare la fattibilità di test molecolari di massa, in tempi rapidissimi, per fronteggiare epidemie, alla luce delle necessità che la pandemia da Covid-19 ha evidenziato.
I progetti
Flash prenderà il via l’1 gennaio 2023, con un budget di circa 5 milioni di euro, coinvolgendo 18 istituzioni da 9 Paesi dell’Unione europea. Il coordinamento sarà affidato al team del dipartimento di Scienze economiche dell’università di Verona, guidato da Paolo Pertile. Oltre alle istituzioni accademiche, il consorzio comprende diversi enti direttamente responsabili del finanziamento e dell’organizzazione dei servizi sanitari dei diversi Paesi coinvolti.
“Un efficiente finanziamento del servizio sanitario richiede che le risorse, inevitabilmente scarse, siano destinate a quegli usi che garantiscono il miglior rendimento in termini di salute per la popolazione”, spiega Pertile. “A complicare il quadro è il fatto che le decisioni relative al finanziamento dei servizi sanitari vanno assunte, da parte di chi ne è responsabile, in un contesto soggetto a significativi e talvolta rapidi cambiamenti. Non sempre i meccanismi di finanziamento sono tali da fornire risposte efficienti a bisogni di salute che mutano nel tempo, come conseguenza di fenomeni quali l’invecchiamento della popolazione, emergenze inattese o l’innovazione tecnologica e digitale”.
Il progetto Flash svilupperà la conoscenza in questo ambito, fornendo due principali tipologie di contributo. “Da un lato – continua Pertile – utilizzerà una mole significativa di dati esistenti e di nuova raccolta per studiare quali tra i meccanismi di finanziamento già utilizzati in Europa siano in grado di fornire risposte migliori in termini di efficienza ed equità; dall’altro, sfrutterà strumenti teorici e sperimentali per proporre meccanismi innovativi di finanziamento che possano essere adottati su vasta scala”.
Pcr-4-All ha preso il via l’1 dicembre 2022, grazie a un finanziamento di circa 3 milioni e 400 mila euro. Il consorzio vede l’Università Cattolica di Leuven, in Belgio, come coordinatrice di un gruppo formato dall’università di Verona, l’Helmholtz-Zentrum für Infektionsforschung GmbH (Germania) e la Fundacio privada institut de recerca de la sida-caixa (Spagna). Alla guida del team scaligero è Catia Nicodemo, docente di Economia politica nel dipartimento di Scienze economiche.
“La pandemia di Covid-19 non ha colpito solo la nostra salute, ma anche i nostri stili di vita e le nostre economie” dichiara Nicodemo. “Data la sua alta non sintomatica trasmissibilità, per fermare precocemente un patogeno come Sars-Cov-2 senza dover ricorrere a misure drastiche per l’economia, una strategia di test di massa con risultati in tempi strettissimi sarebbe necessaria. Data la tendenza alla crescita esponenziale delle pandemie di virus respiratori, non appena tale patogeno viene identificato, dovrebbe essere immediatamente implementata una campagna di test su larga scala”. Il consorzio Pcr-4-All, combinando competenze in diagnostica, screening ad alto rendimento, virologia, modellazione di malattie, econometria e piattaforme sanitarie digitali, mirerà a dimostrare la fattibilità tecnica dell’esecuzione dei test molecolari a livello di popolazione con una capacità di oltre 100mila test in un solo giorno sulla popolazione. “Inoltre – conclude Nicodemo – si valuterà l’efficacia dell’utilizzo di questa strategia come principale misura di lotta alla pandemia valutando la sua capacità di ridurre al minimo, o addirittura prevenire, la necessità di attuare altri onerosi e parziali misure inefficaci, come lockdown e campagne di vaccinazione di massa”.