Il 22 dicembre scorso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata sull’obbligo di versare la cedolare secca da parte delle locazioni brevi non imprenditoriali, anche effettuate attraverso i portali di prenotazione online come Airbnb. Federalberghi nazionale ha espresso apprezzamento per la sentenza di Lussemburgo. Come Associazione di categoria che svolge la sua azione sul Garda Veneto, zona rossa quanto ad alta concentrazione del fenomeno, ci uniamo al plauso del Sistema e proseguiremo la nostra azione di coinvolgimento degli Enti locali e delle Forze dell’Ordine per promuovere un’offerta turistica trasparente, e nelle regole, nell’interesse di tutti gli operatori e del territorio.
«La sentenza della Corte Europea è un segno concreto e importante per mettere ordine nel sottobosco delle locazioni turistiche – afferma Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto. – Non siamo contrari ad altre forme di ricettività (tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci molti esercizi extra alberghieri), ma questo tipo di offerta turistica va regolamentata. Nei prossimi mesi e per la prossima stagione turistica ci adopereremo per coinvolgere le amministrazioni comunali, i comandi della Polizia locale in collaborazione con la Guardia di Finanza e tutti gli Organi competenti».
Le irregolarità nel campo delle locazioni turistiche sul nostro territorio negli anni sono molto aumentate, generando difficoltà, evasione fiscale e concorrenza sleale nei confronti degli operatori turistici che lavorano rispettando le regole. Già nel 2019 – in collaborazione con Confcommercio – aveva organizzato un convegno sul tema presso la Scuola Agenti di Polizia a Peschiera d/G e lo scorso novembre, in un precedente comunicato stampa, abbiamo apprezzato l’azione di controllo della Polizia locale di Verona, che ha messo sotto i riflettori il fenomeno, che ha raggiunto dimensioni preoccupanti anche in città.
Secondo i dati forniti da Incipit consulting, Centro Studi Federalberghi e Inside Airbnb, il Veneto è all’8° posto in classifica per alloggi disponibili sul portale Airbnb con quasi 25mila annunci. Di questi, 2.216 sono in città e ben 3.577 sulla Riviera degli Olivi, più di 2.600 dei quali sono pubblicati da host che gestiscono più alloggi.
Anche i dati in forma aggregata del portale accreditato Airdna Marketminder (https://www.airdna.co/) ci confermano la presenza sulla sponda veronese del lago di Garda di circa 4500 case e appartamenti privati che vengono resi disponibili per pernottamenti su portali come Airbnb, Vrbo o Homeaway fuori dalle regole del settore turistico-ricettivo. É facile pensare a un mancato gettito per gli Enti locali – solo per l’imposta di soggiorno – di centinaia di migliaia di euro a stagione, perché questi portali si limitano a versare delle somme indistinte, senza fornire i dati necessari per accertare che i versamenti siano congrui. In questo modo si sottraggono risorse alla collettività che vive tutto l’anno il territorio ed è ingiusto e dannoso sia per i turisti che ogni anno ci scelgono, sia per le azioni di promozione di tutta la destinazione. Parallelamente, imposte come la Tari e l’Imu andrebbero anch’esse ponderate in modo diverso e la distribuzione delle componenti Energia Elettrica e Gas Naturale è da rivedere.
«L’analisi di Federalberghi nazionale mi sembra molto attenibile – prosegue Ivan De Beni – e utile per poter intraprendere ciò che abbiamo detto nelle nostre recenti assemblee, ovvero che come categoria vogliamo pari dignità e pari legalità. Chi si avvicina a questa forma di prodotto turistico deve mettersi in regola: dalle comunicazioni alle amministrazioni comunali al pagamento della tassa di soggiorno e dei vari oneri fiscali. Dall’altro lato queste attività devono essere maggiormente controllate, arginando così ogni forma di opacità».