Stefano Zaninelli, direttore generale dell’Atv ridimensiona il numero delle corse tagliate a causa della mancanza di autisti: «sono trenta o quaranta, non sessanta, neanche l’uno per cento delle corse totali effettuate dall’azienda.»
Il momento non è sicuramente dei migliori anche a causa dei rincari sui costi dei carburanti, che pesano gravemente sui bilanci delle aziende pubbliche, non tutte floride. Le motivazioni sono molteplici. Stipendi troppo bassi soprattutto in relazione alle ore ed alla qualità della vita lavorativa e personale, danneggiata da turni sempre più disagiati e poco remunerati. Ma secondo Zaninelli incide anche il reddito di cittadinanza perché una buona metà delle assunzioni di autisti proviene dal sud. Non è azzardato pensare che il reddito di cittadinanza abbia dissuaso molti a partecipare ai bandi dell’ATM ritenendo più vantaggioso incassare l’assegno e starsene a casa.
Salvatore Calabrò, Segretario provinciale di Ugl Autoferrotranvieri spiega
così la carenza del personale. «I giovani oggi si rivolgono ad altri settori, per l’orario di lavoro e la paga, che altrove è superiore e implica responsabilità inferiori rispetto al ruolo di conducente. Senza considerare stress e pericoli.
Il governo – precisa Calabrò- deve capire che il trasporto pubblico è un servizio essenziale per la collettività, ma non risponde alle esigenze dei cittadini che lo utilizzano per attività essenziali come il lavoro e la scuola. Non possibile demandare alle sole aziende l’onere di risolvere le problematiche che mandano in sofferenza il settore».
«Gli autoferrotranvieri – spiega – hanno un contratto collettivo di lavoro invalidante in determinati punti, sottoscritto in condizioni particolari ed in un momento difficile per i bilanci delle aziende. Il trasporto su gomma è una realtà fondamentale per il sistema paese e contribuisce alla crescita sociale ed economica del paese. E’ necessario che il governo si adoperi per stanziare risorse per sopperire alle carenze del servizio».
Il sindacalista dell’Ugl sostiene anche la necessità di una «defiscalizzazione sia per i lavoratori che per le aziende in modo che queste possano creare nuovi posti di lavoro e rendere appetibile il settore per coloro che vogliono intraprendere una carriera da conducente».