Per dirla con Giancarlo Giorgetti, ministro all’Economia del governo Draghi e Meloni, «mai lo Stato ha dato così tanti soldi a così pochi contribuenti» e i dati al 31 dicembre scorso del superbonus, la mega-marchetta al 110% dei costi per riportare in ordine energetico il vetusto patrimonio immobiliare nazionale, confermano questa dichiarazione che, nei fatti, è l’annuncio della fine di questo strumento che ha sì contribuito a far ripartire l’edilizia – classico motore dell’economia in funzione anticiclica – ma anche ha dato una grossa mano a far decollare l’inflazione nel nostro Paese.
E il Veneto, in questo, deve stare assai lontano dalle polemiche su “Roma ladrona”: del superbonus è infatti il secondo beneficiario in assoluto alle spalle di un’altra altrettanto leghista regione, la Lombardia.
I dati sono questi: sulla base dei tabulati a dieci giorni fa, in tutta Italia sono state presentate 359mila asseverazioni per ottenere l’accesso al superbonus. La Repubblica italiana ha accolto detrazioni per 68,7 miliardi di euro di cui 51,2 sono già nelle tasche di proprietari, banche e costruttori edili. A fronte di 68,7 miliardi di detrazione le spese effettive sono di 62,4 miliardi: i 4 miliardi che ballano hanno “oliato” il sistema bancario che ha anticipato le spese dei privati.
Dove sono stati spesi questi soldi? sono stati rimessi a posto, migliorandone le prestazioni energetiche, 48.807 condomini (3.046 nel Veneto); 208.622 abitazioni unifamiliari (22.449 nel Veneto) e 102.725 unità indipendenti (19.056 nella nostra regione). Per ciascun condominio, lo Stato ha sostenuto spese per 598mila€ (577mila nel Veneto); per le villette 113mila€ (112 in Veneto) e 97mila€ per le unità indipendenti (95mila nella nostra regione).
La Lombardia – la regione più ricca d’Italia – ha portato in cassa 10,8 miliardi di detrazione; il Veneto, 6,08 scavalcando Lazio ed Emilia Romagna che hanno ottenuto bonus per oltre 5 miliardi ciascuna. La Valle d’Aosta porta a casa 200 milioni in tutto e col Molise, 400 milioni, sta bellamente in fondo alla classifica. Le regioni più calde d’Italia – Sicilia, Puglia – portano a casa 4 miliardi ciascuna per abbattere i costi energetici e migliorare la propria efficienza.
Uscendo dal facile populismo, va detto che il superbonus sta permettendo all’Italia di allinearsi agli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione della dipendenza energetica: molti di quei quattrini stanno quindi rientrando in altro modo nelle casse dello Stato in aggiunta a IVA, Irpef, Ires e contributi previdenziali.