Cambia la stazione di Verona Porta Vescovo (la prima realizzata a Verona, poi utilizzata come supporto all’industria ed alle strutture militari dell’Esercito essendo ubicata proprio al centro dell’asse Caserma Passalacqua-SETAF e Brigata Meccanizzata Brescia coi battaglioni 30.mo Pisa, 85.mo Verona e Logistico Brescia alla Caserma Duca di Montorio) destinata ora a diventare il terminal del campus universitario con cui sarà connessa attraverso nuove piste ciclabili e percorsi pedonali, vissuta durante tutto il giorno, in linea con la vivacità del quartiere universitario in cui si insedia. E’ questa la visione che anima il progetto presentato oggi in municipio, un investimento che rientra nel piano nazionale di riqualificazione delle stazioni passeggeri di Rfi e che l’Amministrazione ha colto come occasione per connettere l’infrastruttura con l’adiacente polo universitario e integrarlo in modo concreto e reale con il vissuto del territorio. I lavori, il cui costo è stimato in 15 milioni di euro, inizieranno l’anno prossimo per concludersi nel 2026. Verranno eliminate tutte le barriere architettoniche oggi presenti e saranno completamente riqualificati gli spazi interni attualmente in stato di parziale degrado. Elementi qualificanti del progetto saranno l’attenzione alla sostenibilità e al verde. “Verona città universitaria, questa è l’aspirazione dell’amministrazione comunale per i prossimi quattro anni e mezzo e questo è un tassello concreto verso l’obiettivo – ha detto la vicesindaca Barbara Bissoli-. Un’occasione importante per rinsaldare la collaborazione tra Verona e l’Ateneo veronese e per mettere in connessione le infrastrutture con l’università. Siamo convinti che i saperi accademici possono integrarsi perfettamente con l’amministrazione pubblica della città e quindi ben vengano interventi di questo tipo”. “Allarghiamo lo sguardo oltre il perimetro dell’ intervento per connetterlo con la realtà universitaria – ha spiegato l’assessore alla Mobilità Tommaso Ferrari-. L’obiettivo de protocollo a tre è proprio questo, allargare la progettualità di RFI fino alla Santa Marta e al Polo Zanotto, creando connessioni oggi inesistenti. L’idea è far sì che la Stazione di Porta Vescovo possa ritornare a essere un luogo vivo e sinergico all’università, con collegamenti ciclopedonali che permettano di raggiungere in sicurezza l’università della stazione e viceversa anche attraverso viale Torbido. Una sinergia di ampio respiro, per un progetto che rappresenta una svolta per il quartiere di Veronetta e non solo”. Alla conferenza stampa hanno partecipato per l’Università di Verona il Pro Rettore Vicario Roberto Giacobazzi e il referente trasferimento conoscenza e rapporti con il territorio Diego Begalli, per la Direzione stazioni di RFI Antonello Martino, responsabile ingegneria e investimenti stazioni, Susanna Borelli responsabile investimenti stazioni area nord e Giuseppe Riggi project manager investimenti stazioni area nord). Come spiegato dai responsabili, gli interventi di Rete Ferroviaria Italiana (capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS) nella stazione di Verona Porta Vescovo prevedono la riqualificazione e la rifunzionalizzazione del fabbricato viaggiatori e delle aree esterne, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità in stazione, il decoro e la sicurezza. Nello specifico i lavori di RFI garantiranno l’innalzamento dei marciapiedi a 55 cm (standard europeo) per consentire l’accesso a persone a ridotta mobilità e l’abbattimento di barriere, l’inserimento di ascensori, e la realizzazione di pensiline con nuova illuminazione e sistema di informazione al pubblico. Saranno incrementati anche i servizi per il viaggiatore, con lo sviluppo di un polo di mobilità intermodale all’esterno della stazione. Entro la fine del 2023 sarà completato l’iter progettuale e nel primo semestre del 2024 saranno inaugurati i cantieri. I lavori, per un investimento di 15 milioni di euro, avranno una durata stimata in due anni. “Quante volte abbiamo provato a pensare Verona come città universitaria – ha aggiunto il Pro Rettore vicario Giacobazzi-. L’università di Verona è una grande università non solo in termini di iscritti ma anche come indotto economico. L’università vuole esistere per quella che è, cioè un luogo e una comunità in cui gli studenti vivono gli spazi non solo virtualmente ma anche realmente. Integrare la stazione al polo universitario anche dal punto di vista logistico potrebbe essere forse il primo vero passo per rendere Verona davvero una città universitaria. Se poi ci saranno spazi a disposizione dell’Università, si potrà pensare ad attività in sintonia con quelle che già si realizzano d’estate per e con gli studenti”.