Il 2022 appena passato testimonia la resilienza dell’industria del trasporto aereo. Dopo il più grande shock della storia dell’aviazione con il periodo pandemico, la ripresa è ben avviata ed il traffico è cresciuto a un ritmo record e continuerà a crescere anche nel 2023 e oltre a ritmi sostenuti. L’industria del trasporto aereo registrerà probabilmente una perdita di quasi 7 miliardi di dollari nel 2022 e comunque si stima che già a partire dal 2023 tornerà al profitto con 4,7 miliardi di dollari. 

In Europa, Italia, Spagna e Francia hanno avuto le “performances” di recupero migliori. Nel nostro Paese, in particolare, la crescita è stata superiore alla media europea, dietro solo alla Spagna. Nel 2022 c’è stato il pieno recupero per gli aeroporti di Bergamo, Napoli, Palermo, Bari, Catania, Olbia, Torino, Alghero, Ancona e Trapani. Per quanto riguarda gli Hub principali di Roma e Milano, il recupero è stato condizionato dall’avvicendamento Alitalia-Ita.

Il recupero del traffico aereo in Italia sta rivoluzionando la classifica degli aeroporti più trafficati con Bergamo, Napoli e Catania che si posizionano rispettivamente al 3°, 4° e 5° posto e Venezia che retrocede dal 3° al 6° posto. I dati 2022 comunque evidenziano, per gli scali del Veneto, una crescita molto lenta e ben lontana dal recupero pieno del traffico del 2019. Il sistema Veneto (Venezia, Treviso e Verona) rimane a -20% dal traffico 2019. In particolare, nel caso del nostro scalo di Verona il gap è più del 20% e la situazione sembra ancor più difficile vista l’assenza di una strategia di sviluppo all’altezza di un territorio, come quello del Garda, tra i più importanti e ricchi d’Italia. Inoltre, il traffico 2022 evidenzia per l’aeroporto di Verona un calo importante del traffico internazionale rispetto alla componente domestica. Infatti, nel 2019 il traffico internazionale rappresentava il 63% del totale e nel 2022 e sceso al 53%. Un danno importante considerando che il territorio del Garda vive di turismo incoming, soprattutto internazionale. 

L’accessibilità al nostro territorio sta diventando un problema sempre più serio che la politica locale continua a sottovalutare e ignorare. Basti notare che tutto il sistema Veneto non cresce come le Regioni confinanti e questo è soprattutto dovuto ad un mancato sviluppo dello scalo di Verona. La strategia “Venezia Centrica” di Save prevede di servire tutto il Veneto come “gateway” per il traffico incoming con lo scalo di Venezia. L’aeroporto di Tessera, pur nella sua importanza per la città lagunare, è ubicato ai margini est della Regione Veneta e non può servire l’area del Garda ed il Trentino da Venezia. Il turista che vuole arrivare sul Garda oggi è costretto ad utilizzare gli scali di Bologna o Bergamo che sono meglio ubicati. 

Il mancato sviluppo dell’aeroporto di Verona da parte dei soci pubblici, ha danneggiato non soltanto il territorio del Garda, ma anche il sistema Veneto. La cessione (o regalo) alla SAVE del controllo della società ha portato al nulla e sono ormai passati 9 anni e niente è stato fatto per dare dignità ad uno scalo considerato tra i più brutti del nord Italia. Il progetto Romeo, di cui L’Adige ha ampiamente trattato, è sotto gli occhi di tutti: Save ci ha voluto vendere un progetto che altro non è che un ampliamento del fronte aerostazione partenze che non aggiunge nulla in termini di capacita operativa. I disegni davano la sensazione che si stesse realizzando un terminal tipo T5 di Londra. Oggi con la costruzione in corso è facile vedere che si tratta di un “pastrocchio” che non serve a nulla. Inoltre rimane il problema del terminal arrivi che da sempre ha rappresentato il vero problema operativo dello scalo e sembra che non ci sia soluzione per questo problema. 

Nelle ultime settimane i vertici del Catullo hanno voluto evidenziare trionfalmente come al termine dello sviluppo del progetto Romeo, la capacità operativa si attesterebbe ai 5 milioni di passeggeri all’anno, ma tutti sanno che questo non è vero. Invece i soci pubblici e soprattutto la politica locale dovrebbero chiedersi: il territorio del Garda ha una potenzialità di 10 milioni di passeggeri all’anno, perché non abbiamo pensato ad uno sviluppo – anche per fase – per questo traguardo? 

Sappiamo che la precedente gestione aveva previsto un nuovo terminal (Giulietta) che avrebbe portato la capacità operativa verso i 10 milioni di passeggeri l’anno. Tutto questo è stato stralciato da Save come anche la riduzione del numero di movimenti annui ammissibile da piano di sviluppo che la stessa Save ha fatto ridurre da 80 mila a 42 mila, uccidendo di fatto il futuro sviluppo del territorio del Garda. 

Nel prossimo mese di Marzo sono in scadenza le cariche nel CdA della Catullo SpA e questo rappresenta una occasione importante per cambiare rotta su una situazione che sta mortificando il futuro sviluppo del territorio del Garda. Da “rumours” molto attendibili, sembra che i poteri forti della città vogliano fare un cambio della guardia tra il Presidente della Camera di Commercio ed il Presidente della Catullo SpA, noti per essere uomini targati Save.  Che cosa hanno fatto di positivo questi signori per l’aeroporto se non quello di averci messo nelle mani di Save ? 

Serve invece, un cambiamento radicale, per rimettere in sesto una situazione imbarazzante per tutti. Serve un Presidente forte, competente e che lavori nell’interesse del territorio. Continuare a fare nomine come sono state fatte per decenni a Verona porterà ad una situazione – per l’aeroporto – quasi impossibile da recuperare.  Tutti aspettano dalla politica locale il cambiamento che possa salvare l’aeroporto di Verona.