L’infortunio mortale di ieri pomeriggio ha suscitato profondo dolore a Verona, ma anche rilanciato l’allarme sulla sicurezza sul lavoro che in Italia resta un capitolo da troppo tempo dolente. Cgil, Cisl e Uil coi sindacati di categoria – Filctem, Femca e Uiltec – hanno emesso un duro comunicato: « Al Colorificio Casati di Quinto di Valpantena, un dipendente 59enne, di lunga esperienza e in prossimità del pensionamento, ha perso la vita per cause ancora da chiarire. In attesa dell’esito delle indagini, ci domandiamo – si chiede una nota – Pur riscontrando una diminuzione di 8,3 punti percentuali sul 2020, nel 2021 Verona si è attestata la provincia veneta con il più alto numero di infortuni mortali (22 morti, con una media di circa due al mese). Mentre sempre nel 2021 ne sono stati denunciati 1.221 a livello nazionale, con una media di circa 3 morti al giorno.
Non sono numeri! Sono persone! Lavoratrici e lavoratori che non ci sono più a causa di infortuni che non dovrebbero accadere, che ci esortano a richiedere di intensificare l’attività dei soggetti istituzionali preposti alla prevenzione e al controllo dei luoghi di lavoro.
Questo ulteriore infortunio mortale, impegna il sindacato confederale CGIL CISL UIL, unitamente alle categorie del settore chimico Filctem Femca Uiltec, a proseguire con maggiore intensità le attività di aggiornamento e formazione dei Rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza (Rls), che assieme Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendali (Rspp) sono i riferimenti della promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro, un’attività che necessita anche del coordinamento e delle consulenza dello Spisal (Servizio di Prevenzione Igiene e Salute negli Ambienti di Lavoro) e di tutti gli organi istituzionali come l’INAIL e la ITL.
Anche lunedì scorso, siamo stati prima in piazza Bra e poi dal Prefetto per evidenziare il tema della salute e della sicurezza, a partire dai giovani che con l’alternanza Scuola/Lavoro vivono una loro prima esperienza che non deve trasformarsi in tragedia. Torniamo pertanto ad invitare tutti i livelli istituzionali, gli enti preposti e le associazioni datoriali, a dare concretezza alle discussioni fatte in questi mesi e realizzare insieme una iniziativa di promozione di tutte le buone pratiche utili ad affermare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Alla Regione Veneto chiediamo un maggior impegno in sintonia con il Nuovo Piano Strategico per la Tutela della Salute e della Sicurezza sul Lavoro in discussione in questi giorni con CGIL CISL UIL, destinando maggiori risorse alla prevenzione e ai controlli, implementando gli organici, diffondendo la cultura della sicurezza e rilanciando il piano di formazione degli addetti alla prevenzione.
Serve costruire un deterrente soprattutto verso quelle imprese meno o poco sensibili alla protezione delle persone, una parte ancora troppo grande del mondo della produzione di beni e servizi che guarda alla sicurezza sul lavoro come ad un costo e non come ad un investimento.
In particolare il Sindacato valuta molto positivamente l’esperienza dei Comitati aziendali anti Covid, che nel corso dell’emergenza pandemica hanno assicurato tempestiva ed efficace attuazione dei protocolli anti-contagi, contribuendo alla tutela della salute e del reddito dei lavoratori e, di riflesso, consentendo alle imprese di recuperare le posizioni di mercato perse a causa dei lockdown, un’esperienza che dimostra l’importanza della partecipazione delle rappresentanze per la sicurezza (le/gli RLS) per raggiungere standard di sicurezza sempre più elevati nei luoghi di lavoro.
Il sindacato veronese – conclude la nota – oltre ad esprimere solidarietà e vicinanza ai famigliari, conferma che continuerà ad essere promotore di una contrattazione, a tutti i livelli, inclusiva sui temi della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro che tuteli gli addetti nei siti produttivi, indipendentemente dal contratto applicato e dall’azienda di provenienza».