A Verona e a Belluno sono state attivate le centraline dell’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto (Arpav) per captare eventuali segnali di allarme nucleare. L’inizio del monitoraggio, daquanto riferisce l’ansa, risale al 26 febbraio scorso, quando gli annunci di guerra facevano ventilare l’ipotesi dell’utilizzo di testate nucleari. Il sistema era in funzione anche l’altra notte quando la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina è stata attaccata dall’esercito russo ed in seguito è scoppiato un incendio. I controlli Arpav fanno parte di una rete nazionale coordinata dal Sistema nazionale di protezione per l’Ambiente (Sinpa), che elabora i dati e li mette a disposizione dell’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione. A quanto risulta, nulla di anomalo è stato registrato fino ad oggi. I controlli delle particelle radioattive nell’atmosfrea sono eseguiti ciclicamente nel corso degli anni, questa volta però i dati saranno messi in rete per controllare possibili effetti della guerra in corso. In caso di emergenza sarà la protezione civile a intervenire. Le particelle ricercate nel particolato atmosferico sono Cesio-137 e Iodio-131.