Nonostante le preoccupazioni per la situazione internazionale la corsa dell’export dell’economia veronese è continuata anche nel 2021: in base ai dati di consuntivo nei primi nove mesi dell’anno scorso ha guadagnato il 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2019, totalizzando 13,3 miliardi di prodotti venduti all’estero. Ben al di sopra della media veneta del 7,5% e di quella italiana del 7,8%. Se si confrontano i primi nove mesi dell’anno scorso con il primo anno della pandemia, il 2020, la percentuale di crescita è pari a 15,9 punti.
“Il 2021 è stato un anno di crescita e sviluppo per le imprese che operano con l’estero”, afferma il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Riello, che la definisce “una vera e propria boccata d’ossigeno”, soprattutto se confrontata ad adesso quando la congiuntura si presenta completamente negativa. “L’inflazione corre, siamo al 5,1% in Europa e il fatto che il costo del denaro per il momento sia stato congelato è una lieve rassicurazione, tenuto conto che si parla di aumenti dei tassi entro settimane o mesi. Lo scenario economico è da conflitto bellico”, precisa infatti Riello. “Solo una forte iniezione di liquidità a livello europeo, il contenimento dei rincari delle materie prime e un rapido cambio nella strategia di approvvigionamento energetico potrebbero aiutarci. A livello italiano ribadisco che sarebbe necessaria una revisione degli obiettivi del PNRR orientata a intervenire di più sul tessuto produttivo e sulle energie sostenibili. Inoltre sarebbe ora che il governo Draghi tagliasse quella miriade di tasse occulte che gonfiano i prezzi dei carburanti”.
Scendendo nel dettaglio, sono numerosi i comparti che registrano un aumento dell’export a doppia cifra, considerando sempre il confronto con il 2019, più indicativo delle performance raggiunte. Il tessile-abbigliamento è cresciuto del 25,8% a 1,4 miliardi e rappresenta il 10,9% dell’export complessivo. Un considerevole aumento lo segna anche il calzaturiero, con un +19,2% e un export di 435,4 milioni, come pure il marmo che raggiunge i 435,2 milioni, in aumento del 17,6% rispetto al 2019. Continua la corsa dell’alimentare (secondo comparto per vendite all’estero nella top ten dei prodotti esportati), che aumenta del 12% a 1,2 miliardi sempre rispetto all’anno 2019 e pesa per il 14,8% sul totale complessivo.
Sono buone anche le performance dei settori macchinari, vino, ortofrutta e mobili. L’export di macchinari è cresciuto del 5,1% e conta 2,4 miliardi di vendite all’estero: è il primo settore esportativo scaligero e pesa per il 18,1%. Il vino si attesta a 1,1 miliardi con un aumento percentuale del 5,1. E’ aumentato anche l’export di ortofrutta a 536 milioni con un balzo del 7,9%. Il mobile-arredamento ha registrato un aumento del 6,4% a 106 milioni. E nonostante una lieve perdita mostra di tenere la termomeccanica, unica produzione in rosso con un -0,2% a 151,8 milioni.
Quanto ai mercati di destinazione delle merci veronesi, i primi 20 mercati veronesi nella comparazione tra 2021 e 2019 sono aumentati tutti, tranne il Regno Unito, penalizzato dalla Brexit, la Russia (che riassorbe solo parzialmente la diminuzione del 2020), la Romania (-2%) e la Cina (-13,2%). L’export veronese verso l’Ucraina, 36° mercato, è aumentato del 48,1% nello stesso periodo 2021/2019. La Germania ha aumentato gli acquisti di merci veronesi del 20,5% arrivando a pesare per il 18% sul totale delle vendite estere con un valore di 2,4 miliardi. Segue la Francia, che ha un peso percentuale del 10,1%, in aumento anch’essa del 16,3% a 1,3 miliardi. La Svizzera è diventata il terzo mercato di sbocco con una variazione positiva di ben il 106% a 764,7 milioni: pesa per il 5,8% sul dato complessivo, come gli Stati Uniti, la cui quota è salita del 2,8% a 762,9 milioni. Nella top ten dei mercati di esportazione seguono poi Spagna, Regno Unito, Austria, Belgio (con un considerevole +77,9%), Polonia e Paesi Bassi.