La tragedia della guerra in Ucraina ha innescato un’emergenza umanitaria che non guarda in faccia nessuno. Fra le centinaia di migliaia di profughi ci sono anche gli abitanti del Donbass dove la guerra è iniziata già otto anni fa ed ha fatto migliaia di vittime civili sino ad oggi. Ecco la testimonianza di Vito Comencini, deputato e consigliere comunale della Lega, che ci ha contattato da San Pietroburgo, dove si trova da alcuni giorni assieme alla moglie che è di nazionalità russa.
«Sono a San Pietroburgo da circa quattro giorni. Il viaggio – precisa Comencini- era già in programma da qualche mese ed io e mia moglie, di nazionalità russa, abbiamo deciso di non rimandarlo. Quindi siamo arrivati in aereo fino in Finlandia e poi abbiamo proseguito con un pullman. Mia moglie è di Spb e da più di due anni che non riabbracciava la sua famiglia, soprattutto a causa della pandemia che ha complicato anche gli spostamenti. Con l’occasione – ci racconta Vito Comencini- ho ripreso i contatti con vari amici anche di Rostov sul Don, città di confine con il Donbass, ma anche di Donetsck e Lugansk. Soprattutto per capire qual è realmente la loro situazione e se potevo essere di aiuto, magari programmando anche una missione là direttamente.»
Non è la prima volta che Comencini va da quelle parti. «Già nel 2015 e nel 2016 ero stato in quei territori del Donbass martoriati dalla guerra. Ho visto con i miei occhi la distruzione ed ho sentito il rumore delle bombe sul fronte. Raggiungere quei territori oggi è molto complicato, soprattutto per motivi di sicurezza, quindi nel frattempo ho messo in atto alcuni gesti di solidarietà direttamente qui da Spb. Ieri ho portato alcuni aiuti presso uno dei centri di raccolta di beni di prima necessità per il Donbass.
Oggi ho invece – ci racconta il parlamentare leghista- assieme al collega deputato della Duma Vitaly Milanov ho incontrato e parlato con alcuni profughi che hanno trovato rifugio qui. È stato un incontro molto toccante. Mi hanno raccontato la loro tragica storia e quella della loro terra, martoriata negli ultimi anni da continui attacchi e distruzioni. Nei loro occhi ho visto la disperata speranza che il conflitto possa terminare al più presto e che possano essere riconosciute le istanze del loro popolo.»
Comencini s’era astenuto in occasione dell’approvazione della mozione approvata dal Consiglio comunale a Verona contro l’invasione dell’Ucraina e spiega che l’astensione è stata motivata dal fatto che non parlava della tragedia che colpisce da otto anni la popolazione del Donbass. E aggiunge anche di aver «scelto in Parlamento di non votare a favore dell’invio di armi in Ucraina. Credo che per arrivare alla pace, che tutti auspichiamo, serva un grande sforzo a livello diplomatico.
Le sanzioni finiranno con l’avere dei pesanti effetti sulla nostra economia. In questo momento ho una doppia preoccupazione: quello che sta accadendo in Ucraina e le ripercussioni che il conflitto avrà sul nostro Paese.
Ora mi trovo in Russia,- conclude Comencini- rientrerò a Verona nei prossimi giorni e mi confronterò con il sindaco per capire quali azioni mettere in atto a tutti i livelli istituzionali per far fronte a questa gravissima emergenza che colpisce le famiglie veronesi e italiane: inflazione, caro energia, materie prime e altro ancora.»