(b.g.) In “The American President” Michael Douglas, nei panni del presidente Andrew Shephered, sfida il capo dell’opposizione, il senatore Bob Rumson interpretato da Richard Dreyfuss, in un celebre passaggio: “Io sono il presidente, se vuoi parlare di politica sono pronto!”. Ecco, questa mattina (qui il video), Federico Sboarina ha messo il suo punto fermo, la cifra della prossima campagna elettorale, vestendo un po’ i panni di Andrew Shephered: “Io sono Federico Sboarina e sono il sindaco di Verona, io mi sono preso le mie responsabilità in questi cinque anni, e prendersi delle responsabilità non significa – con tutto il rispetto – giocare a pallone o passare le giornate nei mercati”. E se volete entrare nel merito, sono qua.
Sboarina, presentando alla stampa la sua nuova comunicazione (la vedete sullo sfondo nella foto di apertura), ha giocato in attacco, rivendicando non soltanto i progetti avviati, ma anche l’impegno profuso in due anni di pandemia: «Anni che mi hanno segnato emotivamente, che porterò nel mio animo, ma dai quali ho tratto una forza ancora maggiore per compiere le scelte che ritenevo, e ritengo, le più adeguate per risollevare Verona».
Dieci i punti – «Non di programma, non sono progetti, sono cose concrete che stiamo realizzando» rimarca il sindaco – che oggi sono stati ricordati: le Olimpiadi 2026 (Verona in Arena chiuderà le Invernali e accoglierà l’inaugurazione delle ParaOlimpiadi); il salvataggio della Fondazione Arena; l’avvio del recupero alla città dell’Arsenale; la variante 29; il Central park; Veronetta, i restauri avviati all’anfiteatro scaligero; gli investimenti per il rilancio al posto dei ristori a pioggia; la fusione Agsm Aim; le nuove infrastrutture.
«Verona come Milano – sottolinea Sboarina – che ha colto l’opportunità dell’Expo per cambiare volto, per aprirsi, diventare più efficiente, più bella, una vera capitale. Ecco, si sottovaluta l’impatto che avranno le Olimpiadi invernali per la nostra città. Banalmente, sarà vista da almeno un miliardo di persone nel mondo, un volano di promozione incredibile, una nuova tappa della nostra storia, che farà ricordare Verona per tantissimo tempo».
La Verona Olimpica implica una serie di investimenti che, rivendica Sboarina, sono già partiti e che stanno creando un nuovo grande volano economico: «Dal casello di Verona Nord, al ribaltamento di quello a sud; dalla variante alla statale 12 ai nuovi parchi e al nuovo verde che realizziamo a Verona Sud perché non ho dimenticato le promesse del 2017: è la zona di Verona che ha pagato di più lo sviluppo in termini di inquinamento e qualità della vita: e si riparte da lì».
Sboarina sottolinea come il closing di molti progetti non sia arrivato sulla scia di progetti già avviati, ma a fronte di pratiche bloccate eredità delle amministrazioni precedenti: «Facile dire ora che il lavoro era già stato fatto – spiega – ma la realtà è ben diversa. Non abbiamo trovato progetti avviati, ma programmi fermi, cassetti vuoti. E’ stato così per l’Arsenale – se ne discute dal 1987 con Spadolini ministro della Difesa, ma è stata questa Amministrazione a recuperare ed investire 60 milioni per una soluzione opposta al centro commerciale che si voleva cinque anni fa -; è stato così per la Fondazione Arena – lo ricordate? era praticamente in liquidazione coatta amministrativa, oggi è risanata, ripatrimonializzata e in utile grazie in primis al sacrificio dei suoi dipendenti e al nostro lavoro -; è stato così per le aree dismesse che con la variante 29 non sono più un problema di ordine pubblico, ma sono la prima ricucitura urbana fatta a Verona, con 300 milioni investiti, ed è considerata un esempio virtuoso nel resto del Paese. E’ stato così – prosegue Sboarina – per il central park: prima di noi era un’idea da campagna elettorale oggi è un progetto concreto che vede almeno un miliardo di investimenti stanziato da una società internazionale che ha operato nei centri storici delle maggiori città europee. Non esisteva, l’abbiamo imposto noi alle Ferrovie».
L’elenco proseguirebbe, ma Sboarina mette l’accento su un punto significativo, il rilancio economico, una scelta che venne anche contestata (abbastanza incivilmente in una occasione) da chi voleva contributi per tutti: «Non ci si pensa, ma il Sindaco guida la più grande impresa di Verona, una realtà da 2 miliardi di patrimonio, con migliaia di dipendenti e 260mila clienti da servire ogni giorno. Al Comune imprenditore viene chiesto anche di far crescere l’economia. In pandemia c’era chi chiedeva di dare ulteriori ristori alle attività produttive e commerciali scaligere. C’era bisogno di una cifra immane per farlo – tre miliardi almeno -, coi fondi che avevo avrei insultato tutti distribuendo 2,3 euro ad impresa. Ho scelto di prendere quei soldi e ricapitalizzare Fiera ed Aeroporto nella convinzione che sostenendo quei due motori, e la Fondazione Arena con loro, avrei aiutato l’economia a ripartire con risultati ben maggiori. E’ una scelta “imprenditoriale” che rivendico e che sta già portando i suoi frutti. E, detto per inciso, ricordo che nel 2014, con un’altra amministrazione, il Catullo era praticamente fallito. Oggi ci sono lavori per 60 milioni in corso».
Sboarina ha toccato questa mattina anche temi più politici: dall’ingresso o no di Forza Italia nella coalizione («Questa è la squadra del centrodestra, lo spazio è questo, si può andare legittimamente altrove ma quello non è e non sarà il centrodestra. Mi auguro che entrino e giochino nella nostra squadra»), al rapporto con Luca Zaia e la Regione «Se Verona è olimpica, se ospiterà l’arrivo del Giro d’Italia; se avrà il central park e tante altre cose…lo dobbiamo a Luca ed al rapporto che abbiamo costruito in questi cinque anni»); al rischio di astensione al voto («Il cittadino non va a votare perché schifato o deluso dalla politica che vede come malaffare: Verona oggi non è più nei titoli dei giornali per queste ragioni come nel recente passato, la legalità, la buona amministrazione, la competenza e l’equilibrio portati rappresentano il mio impegno per una politica capace di tornare a coinvolgere i veronesi». Una politica che, dopo uragani, pandemia, shock dell’energia e guerra, dovrà concentrarsi sulle famiglie per salvaguardare lavoro e reddito: questo l’impegno per un secondo mandato.
Si vota il 12 giugno (26 giugno per l’eventuale turno di ballottaggio): mancano 73 giorni al voto. Signori, la campagna elettorale oggi è ufficialmente iniziata.