“Portare la Ferroli fuori dalla crisi è stato un lavoro di squadra: lungo, serio e silenzioso. Il percorso rappresenta una buona pratica dove tutti – lavoratori, vertici aziendali, istituzioni e parti sociali – hanno contribuito al risultato, e l’azienda oggi è tornata a essere un’opportunità di sviluppo per la comunità territoriale e produttiva”. Lo ha detto Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Veneto durante la visita all’azienda di San Bonifacio.
Lo scopo di questo appuntamento era esplicito e condivisibile, come hanno dimostrato anche gli articoli de L’Adige: celebrare il risanamento e il rilancio dal brand veronese, da 70 anni uno dei simboli stessi del settore termoidraulico. La Regione ha accompagnato la ristrutturazione attraverso un workers buyout che ha dato vita alla cooperativa Fonderia Dante e il supporto ai dipendenti dello stabilimento di Alano di Piave (Belluno) nella ricerca di una nuova occupazione.
Donazzan, accompagnata da Mattia Losego, dirigente dell’Unità di Crisi aziendali di Veneto Lavoro, ha incontrato il management di Ferroli, guidato dal CEO Riccardo Garrè, e una rappresentanza di dipendenti, e ha ascoltato la presentazione dei progetti strategici e visitato l’Academy di formazione e il centro di ricerca e sviluppo. Dopo la crisi e la ristrutturazione del debito, nel capitale di Ferroli è entrato con una partecipazione del 60% Attestor Capital. Gli azionisti hanno attuato il processo di risanamento e di rilancio, culminato con il ritorno in bonis. Il fondo ha affiancato la famiglia Ferroli che ha mantenuto il 40% ed è tuttora coinvolta nell’azienda, tanto che Paola Ferroli ha la carica di presidente mentre Alessandra e Francesca Ferroli rivestono ruoli manageriali.
Il processo di turnaround, accelerato dopo l’arrivo di Riccardo Garrè alla guida del gruppo nel 2019, ha portato Ferroli da un Ebitda negativo per 4 milioni nel 2015 a un risultato positivo per oltre 40 milioni nel 2021. In termini di fatturato nello stesso periodo l’azienda è passata da 304 a oltre 400 milioni. I
livelli occupazionali sono stati mantenuti nonostante l’aumentata efficienza produttiva anche grazie all’incremento del fatturato. La ristrutturazione ha visto investimenti nello sviluppo di prodotti dai ridotti consumi energetici ed emissioni.
L’azienda continuarà a perseguire la crescita con l’innovazione tecnologica e una produzione sostenibile. Ferroli ha oltre 2200 dipendenti, dieci impianti produttivi tra Italia, Spagna, Cina e Vietnam e dodici filiali commerciali. Nel gruppo operano i brand Ferroli, Lamborghini CaloreClima, Anselmo Cola, StarClima, Johannes e Isea. Recentemente l’azienda ha accelerato su formazione e sviluppo professionale dei dipendenti, oltre che su programmi per attrarre e trattenere i talenti, avviando a questo scopo una collaborazione con Ca’ Foscari Challenge School.
“La visita dell’assessore Donazzan avviene in un momento chiave del percorso di turnaround del gruppo. Oggi siamo pronti ad avviare la prossima fase di sviluppo dell’azienda”, ha sottolineato Riccardo Garrè, “accogliendo nuovi investitori internazionali, mantenendo la nostra importante presenza nel territorio e continuando a offrire opportunità di lavoro. Ringrazio l’assessore e la Regione Veneto per il supporto dimostrato in questi anni, fondamentale per il mantenimento dei livelli di occupazione a fronte di una situazione iniziale difficile”.
“Ho seguito personalmente l’intera vicenda che ha portato alla risoluzione della crisi di Ferroli. È stato un lungo lavoro”, ha commentato Elena Donazzan, “portato avanti in silenzio, con un continuo confronto con il fondo finanziario Attestor Capital che ha dimostrato grande serietà nella gestione del compendio di Ferroli, lavorando per il bene dell’azienda. Oggi tutti possiamo affermare che il percorso rappresenta una buona pratica dove ogni soggetto in causa – i lavoratori, i vertici aziendali, le parti sociali e le istituzioni – è stato indispensabile per raggiungere il risultato. Ferroli è tornata a essere un’opportunità di sviluppo per un’intera comunità territoriale e produttiva. Vorrei ricordare in questa storia di successo il cameo della cooperativa Fonderia Dante, nata per la volontà e l’impegno dei lavoratori di quella che era la fonderia, capaci di unire le forze, di impegnarsi e di investire tutti loro stessi, incluse le loro risorse, per ottenere un risultato che va ben oltre il salvataggio dei posti di lavoro”.