Il Consiglio Comunale di Venezia dice stop ai negozi di paccottiglia nel centro storico. D’ora in poi saranno vietati i punti vendita di prodotti non artigianali, cioè di tutte quelle cianfrusaglie di nessun valore né artistico né artigianale che vengono rifilate ai turisti. La decisione è arrivata con il nuovo regolamento comunale del commercio che non ha precedenti in Italia e si appella alle peculiarità uniche della città antica di Venezia.
La delibera prevede che negli esercizi siano vitati i distributori automatici di bibite e cibo, le lavanderie a gettone e quelle ‘botteghe’ che vendono modellini di gondole in plastica, pseudo vetro artistico e gadget vari.
Verona non è in una situazione molto diversa da quella di Venezia. Anche la nostra città ha un centro storico di grande valore artistico e culturale ed ha un grande flusso turistico. L’Amministrazione Comunale aveva già deciso il divieto di apertura di esercizi estranei alla tradizione veronese nel cuore di Verona, come ristoranti cinesi o kebab. Ma bisognerebbe fare un passo in più. L’Adige ha già denunciato la vergogna dei banchetti che in piazza Erbe rifilano ai turisti paccottiglia che con Verona non c’entra niente e tanto meno con l’artigianato o con l’arte. C’è da augurarsi che l’esempio veneziano venga seguito anche qui.