Il 12 giugno noi veronesi andremo a votare per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Assieme alla scheda con cui sceglieremo il sindaco e i nostri rappresentanti in Consiglio Comunale (scheda azzurra) ci verrà consegnata anche quella per eleggere i consiglieri di Circoscrizione (scheda rosa). Non è un’operazione difficilissima quella di aprire due schede, leggere che cosa c’è scritto sopra ed esprimere il proprio voto e la propria preferenza. Tuttavia non sono pochi quelli che si sbagliano e che magari scrivono la preferenza per un candidato al consiglio comunale sulla scheda della Circoscrizione o viceversa. Tuttavia con due schede siamo su un livello di difficoltà bassa, tutto sommato accettabile.
Il problema è che il 12 giugno di schede ce ne verranno date 7! Sissignori, non 2, ma 7! 2 per le elezioni comunali e altre 5 per i referendum sulla giustizia che il governo ha deciso di far celebrare contemporaneamente alla elezioni amministrative parziali.
Così assieme a quelle per il Comune e la Circoscrizione ci verranno consegnate altre 5 schede contenenti altrettanti quesiti: uno per il referendum sull’incandidabilità dei politici condannati; uno sulla limitazione della carcerazione preventiva; uno sulla separazione delle carriere dei magistrati; uno sulla partecipazione dei membri laici ai consigli giudiziari; uno sull’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura.
Non è difficile immaginarsi la scena dell’elettore che va in cabina con le sette schede la confusione che può fare, anche solo per aprirle e chiuderle. Per non parlare del tempo che uno impiega a leggere il quesito stampato su ciascuna. Saranno inevitabili perdite di tempo, errori, code e voti nulli.
Siamo nell’era dell’informatica. E’ mai possibile che siamo ancora alle prese con la ripiegatura delle schede e la matita copiativa che nei seggi assurge a feticcio da ricevere, custodire e consegnare quasi religiosamente?