Quando Draghi aveva sfidato gli italiani dicendo: “preferite la pace o l’aria condizionata?” forse non aveva ancora visto i dati dell’Istat, secondo quali metà delle famiglie italiane ha un condizionatore. E precisamente il 51,2% di quelli che abitano al Sud, il 49,1% dei residenti al Nord e il 44,2% al Centro.
Il 28,5% lo accende tutti i giorni o quasi, il 35,3% qualche giorno a settimana; il 24,1% delle famiglie solo occasionalmente o non lo utilizza per niente. I condizionatori sono accesi in media 6 ore e 17 minuti al giorno. L’utilizzo quotidiano aumenta al crescere del numero dei componenti. La battuta di Draghi è parsa subito azzardata, anche perché pace e condizionatori non sono comparabili. Ma se l’avesse fatta adesso che il termometro supera di molto i 30 gradi avrebbe rischiato la crisi di governo!
Scherzi a parte un nesso fra condizionamento e difficoltà di approvvigionamento di energia c’è. E giustamente la raccomandazione è di risparmiare il più possibile elettricità, pur tenendo accesi i condizionatori. E’ sufficiente regolarli sui 27 gradi per poter avere una sensazione di benessere che permetta una vita normale sia di notte che di giorno. Sbagliatissimo utilizzarli ‘all’americana’ come in certi negozi o grandi magazzini. Tenerli sui 20° fa male alla salute, al portafoglio ed anche all’economia nazionale.
Guardando poi ai grandi elettrodomestici, i più diffusi sono frigoriferi e lavatrici, presenti in quasi tutte le famiglie (99,5% e 97,3%, rispettivamente). La metà delle famiglie (50,2%) possiede la lavastoviglie, il 15,2% ha anche l’asciugatrice e il 27,3% il congelatore esterno al frigorifero.
Le lampadine a basso consumo rappresentano la gran parte (80,7%) delle lampadine presenti nelle abitazioni. Il metano è la fonte di alimentazione più diffusa in Italia: per il riscaldamento (68%), per la produzione di acqua calda (69,2%). Rispetto al 2013 si registra un leggero calo del consumo di metano, gasolio e GPL a vantaggio di energia elettrica e biomasse. I sistemi a energia elettrica rappresentano l’8,5% per il riscaldamento e il 16% per l’acqua calda. Le biomasse alimentano il 15% dei riscaldamento e il 5,5% dell’acqua calda. Il solare ha un ruolo emergente per l’acqua calda ma ancora residuale (1,4%).
(foto Nicolaporro.it)