(di Bulldog) Il ballottaggio di domenica ha già un vincitore. Ed è lo stesso di cinque anni fa: l’astensionismo. Per mille ragioni, è assai probabile che più di un veronese su due non si presenterà ai seggi. Sfiducia, eccesso di fiducia, vacanze, caldo, elettorato oramai maturo… mille le ragioni possibili. Ma una sola colpa . La colpa certa è della stessa politica che, per stupidità dei funzionari o per deliberato calcolo di qualche mestierante del voto, piazzano regolarmente appuntamenti elettorali in estate in un Paese che oramai ha un clima tropicale. Chi è il folle che va ai seggi, sotto la canicola, con più di 40 gradi all’ombra?
Basterebbe un election day in autunno o in primavera (entrambe stagioni oramai calde) per evitare che gli elettori rischino il collasso. Semplice, no? A meno che questo astensionismo non sia voluto. E questo sarebbe un tradimento concreto della nostra Costituzione meritevole della più dura sanzione.
Inoltre basterebbe davvero poco per ovviare al problema, evitare brogli elettorali (sempre possibili e talvolta presenti), ridurre i tempi ed i costi della consultazione: il voto elettronico. Chi fra noi ha dovuto elaborare il proprio Isee si è reso conto di come la Repubblica Italiana conosca già ogni cosa. Infatti, per ottenere l’Isee non bisogna uscire pazzi coi calcoli: basta solo controllare che le informazioni in mano al Governo siano esatte. Redditi, beni immobili, beni mobili registrati, saldi dei conti correnti e delle carte di credito…sanno tutto.
Insomma, i computer Roma quando vuole li sa usare. E allora perchè non avviare attraverso lo Spid una procedura di voto che una persona residente all’estero (è la sperimentazione in corso, infatti), in vacanza, in spiaggia, fuori sede per lavoro, sul divano di casa può utilizzare direttamente col proprio smartphone? cosa ci vuole a mettere in piedi un sistema elettronico? si poteva testare durante la pandemia oppure fare un tentativo serio in una elezione qualsiasi. Quanto tempo ci vuole? sei mesi? un anno? quanti nerd full-time dobbiamo arruolare per avere un sistema a prova di contraffazione?
E se non vogliamo cogliere le opportunità del mondo digitale, se non vogliamo portare il voto dove i cittadini stanno – banalmente. attaccati al loro smartphone – allora una ragione forse c’è: ed è quella che il nostro voto, ad una certa politica, non interessa. Preferisce un elettorato che si sfoga sui social, ma che non svolge la sua funzione costituzionale. Ed è anche per questo, per far fuori questi politici straccioni che ci vogliono fottere, che domenica – sotto il sole, dopo un bagno, prima dello spritz, dopo lo spritz ma prima dell’anguria: quando volete voi insomma – dobbiamo andare a votare. Un’elezione col 75% dei votanti sarebbe un successo del popolo, dal popolo, per il popolo che “lor signori” dovranno considerare.