La provincia di Verona è interessata dalla diffusione della zanzara portatrice della West Nile Desease, la malattia del Nilo Occidentale che da noi ha contagiato 11 persone, una delle quali, un ragazzo, è stato ricoverato, ma fortunatamente in condizioni non gravi. Le autorità sanitarie dell’Ulss 9 Scaligera rassicurano la popolazione. Verona, rispetto a Padova e Venezia, sta molto meglio: nessun morto, nessun malato grave e meno contagi. E’ la bassa la zona più a rischio. Le zanzare notoriamente preferiscono la pianura. E la pianura veronese fa parte della pianura veneta, dov’è concertata la maggior parte di West Nile in Italia.
E se Verona sta meglio di altre province lo dobbiamo al fatto che i comuni in collaborazione con la Ulss 9 hanno fatto prevenzione andando a spargere le soluzioni anti-larvali negli specchi d’acqua stagnante, nelle caditoie e nei tombini, così come i privati cittadini hanno fatto nei loro giardini o sulle loro terrazze. L’Ulss 9 non lancia nessun allarme, ma raccomanda a tutti, cittadini e istituzioni, di prendere tutte le precauzioni possibili contro la puntura delle zanzare, già fastidiosa in sé, ma ora anche pericolosa.
Fino agli anni ’90 il virus, isolato per la prima volta negli anni ’30, ha circolato prevalentemente in Africa. Poi dei casi hanno iniziato a verificarsi in Russia, Romania, Israele, Grecia. Nel 1999 è comparso a New York. Oggi è diffuso in Africa, Medio Oriente, Europa meridionale e orientale, Asia occidentale, Australia e America.
Col West Nile, come col Covid e col vaiolo delle scimmie, dovremo abituarci a convivere. Globalizzazione e cambiamento climatico hanno modificato il nostro stile di vita ma anche quello dei virus. Quindi gli stati e le organizzazioni internazionali non si devono occupare solo di energia, cibo, acqua e risorse economiche ma anche di virus, batteri, vaccini, antibiotici e farmaci.