I cani, grazie al loro fiuto, percepiscono messaggi olfattivi – qui il nostro video – che nemmeno ce li possiamo immaginare. Riescono a trovare la droga o a individuare chi ha il diabete solo annusando una persona. Perché allora non impiegarli anche per scoprire chi ha il Covid? Qualche mese fa avevamo dato notizia che alla Florida International University avevano scoperto che i cani possono individuare la presenza del Covid nell’uomo con un tasso di accuratezza tra il 96% e il 99%. Subito ne sono entrati in servizio due all’aeroporto di Miami, uno dei più trafficati degli Stati Uniti. Primo caso al mondo. Uno è Cobra, una femmina di Malinois belga, l’altro è One Betta, pastore olandese. Annusano le mascherine dei dipendenti al checkpoint per rilevare la presenza del Covid nel sudore, nel respiro e negli odori dovuti ai cambiamenti metabolici che il virus provoca nel corpo. In caso di esito positivo verrà subito eseguito un tampone.
Per la prima volta in Italia un dimostrazione della possibilità di utilizzare i cani nella lotta alla pandemia è stata fatta a Verona, stamattina, nella sede del Centro Studi Verona, scuola privata in vicolo volto Cittadella. La dimostrazione, tesa a un coinvolgimento “divertente” su un tema importante come il Covid, è stata effettuata su un campione di 40 studenti. Ad alcuni debitamente mescolati tra gli altri, sono stati consegnati e tenuti “nascosti” alla vista di tutti, dei “tubes” contenenti in piena sicurezza dei campioni di molecole assorbite dal sudore ascellare prelevato da soggetti positivi al virus. I due cani addestrati per il rilevamento del Covid hanno individuato tra i 40 studenti quelli che avevano i tubes. A dimostrazione della capacità dei cani Covid 19 di riconoscere il virus nell’uomo.
Il vantaggio di utilizzare i cani nella lotta alla pandemia consiste anche nel fatto che possono sentire la traccia odorosa a distanza di metri e sono capaci di muoversi verso il portatore. Non vi sono finora strumenti conosciuti che hanno tutte queste caratteristiche.