Il 25 o 26 novembre sarà firmato dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e dal presidente francese Macron il “Trattato del Quirinale”, cioè il “Trattato bilaterale di cooperazione rafforzata tra Italia e Francia”.
Giorgia Meloni critica, e giustamente, il modo in cui è stato condotto il negoziato fra l’Italia e la Francia, secretato, portato avanti da privati cittadini senza il coinvolgimento del Parlamento e senza un dibattito politico alla luce del sole. “Peccato che nessuno abbia ufficialmente visto il testo che impegna l’Italia: non certo il Parlamento che non ne sa nulla. Certo spetterà poi al Parlamento ratificare o meno il trattato, ma solo a noi di Fratelli d’Italia appare scandaloso che un accordo di questa portata sia firmato di soppiatto senza una discussione parlamentare, senza un dibattito politico e nel totale silenzio dei grandi media?”.
La domanda è generica, ma è chiaro che è rivolta indirettamente al garante delle istituzioni repubblicane, il Capo dello Stato, che forse una parola avrebbe dovuto pur spenderla
“Non siamo tranquilli – prosegue la Meloni – visto che questo trattato è nato nel 2017 sotto il governo PD, lo stesso del ‘trattato di Caen’ con il quale l’Italia avrebbe ceduto, se Fratelli d’Italia non avesse sollevato lo scandalo, pregiate parti delle sue acque nazionali alla Francia. Una sinistra italiana che ormai senza alcuna remora è diventata la portavoce degli interessi francesi in Italia, dalle telecomunicazioni, alla Borsa, dai confini, alla geopolitica”.