Il concorso delle reginette di bellezza costume nato 75 anni fa non c’è più. Da Salsomaggiore si trasferisce sui social, si potrà vedere solo online sulla piattaforma ‘Helbiz Live’, non più in tv e cambia pelle. Diventa un reality. E le 20 ragazze già selezionate per la finale, più altre 10 che si contenderanno la corona di ‘Miss Social’, invece di sfilare in passerella mettendo in mostra le loro grazie, saranno impegnate in sette giorni clip in diretta quotidiane girare a Venezia, città con cui Patrizia Mirigliani ha stretto un accordo di collaborazione per l’edizione 2021. “Il concorso tradizionale – ha detto Mirigliani- non rappresentava più la donna di oggi, non riusciva più a tradurre i concetti di modernità incarnati dalle donne”. Le concorrenti dovranno dimostrare le loro competenze anche in 4 settori della modernità: l’ecosostenibilità, l’impegno sociale, l’inclusività, la solidarietà. Che la sfilata delle miss fosse qualcosa di superato ed anche kitsch, in qualche modo anche offensivo per la dignità della donna messa in mostra solo per la sua bellezza fisica, celebrazione della donna oggetto s’re capito da parecchi anni. Anzi, a leggere la storia del concorso di Miss Italia, già con il ’68 e il nascere del femminismo aveva subito un grosso colpo. Poi, sostenuto da un buon marketing era sopravvissuto, ma la sensazione che fosse qualcosa fuori del tempo s’era diffusa al punto che lo hanno compreso gli stessi organizzatori. La mutazione di quest’anno è in qualche modo una presa d’atto della fine del concorso di Miss Italia nel verso senso della parola. Si tratta del tentativo condito con dei luoghi comuni, come ‘ecosostenibilità’, ‘impegno sociale’, ‘inclusività’, ‘solidarietà’, di tenere in vita qualcosa che appartiene al secolo scorso e che non può più esistere.