Federico Benini, capogruppo comunale Pd Verona interviene sulla ricandidatura di Federico Sboarina a sindaco: «L’accordo tra Lega e Fratelli d’Italia – sottolinea in una nota – non ricompatta il centrodestra, ma solo la sua parte più estrema. Allo stato Sboarina è sostenuto soltanto dalle forze che in Europa strizzano l’occhio ad Orban, Le Pen e alla estrema destra spagnola, e che a livello nazionale sono i maggiori esponenti del populismo illiberale e nazionalista italiano. Il gruppo dirigente veronese di Forza Italia ha già preso le distanze da questa alleanza estremista mentre a chi descrive Verona Domani come una forza moderata faccio notare che i suoi referenti a livello regionale e nazionale sono tutti di Fratelli d’Italia, partito dal quale è transitato lo stesso Casali.
Per il centrosinistra la sfida ora diventa ancora più vitale. Una città moderata come Verona non può permettersi 5 anni di estremismi. Prova ne sia che Sboarina non si è nemmeno scomodato a condannare l’aggressione di Veronetta ad opera di un gruppetto di giovani neo-fascisti».
Anche Michele Bertucco, Sinistra in Comune, commenta l’accordo: «Colpo di scena e cala (forse) il sipario su una delle più avvincenti telenovele degli ultimi anni. Dopo essersi tanto odiati, dopo essersi fatti mille dispetti, scambiati dichiarazioni al vetriolo, ecco che rancori e dissidi tra Sboarina e la Lega vengono improvvisamente messi da parte. Zavarise ingoierà il “rospo” della ricandidatura del Sindaco uscente, un po’ come (ci scuserà il Presidente per il parallelismo) Comencini pochi giorni fa ha dovuto fare buon viso cattivo gioco votando per la rielezione di Mattarella contro il quale aveva fatto in passato fuoco e fiamme.
Ma che cosa è successo? Lega e Fratelli d’Italia si saranno accordati su come rimediare ai tanti errori e fallimenti accumulati in questi ultimi 5 anni? Avranno nuove idee su come rilanciare la città? Niente di tutto questo. A fare cambiare idea agli irriducibili contestatori del Sindaco (che quando ci mettono sono molto più cattivi del centrosinistra) è stata la voce del padrone Salvini – alla faccia dell’autonomia della Lega veronese – nonché un nuovo accordo sulla spartizione delle poltrone. Nel frattempo, i problemi della città (mobilità, viabilità, cultura, urbanistica) restano sullo sfondo, irrisolti».