Secondo uno studio della Cgia di Mestre le imprese saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Calcolando 1,7 mld di misure governative per tamponare gli aumenti nel primo trimestre 2022 le aziende dovranno farsi carico di un costo in più di 13 miliardi. Anche gli ulteriori 5 7 miliardi promessi da Draghi per calmierare i prezzi delle bollette a famiglie e imprese non saranno sufficienti a preservare da una crisi gravissima molte imprese, soprattutto quelle dei settori energivori. Colpiti dall’aumento del gas i settori di vetro, ceramica, cemento, plastica, laterizi, la meccanica pesante, alimentazione, chimica. Colpiti dall’aumento dell’energia elettrica; acciaierie/fonderie, alimentare, commerci, alberghi, ristorazione e bar, cinema, teatri, discoteche, lavanderie. Le difficoltà colpiscono interi distretti produttivi come: il cartario di Lucca-Capannori; quello della plastica di Treviso, Vicenza e Padova; quello dei metalli di Brescia-Lumezzane; metalmeccanico del basso mantovano e di Lecco; delle piastrelle di Sassuolo; della termomeccanica di Padova; del vetro di Murano. In difficolà anche Tir, pescherecci e agricoltori per i rincari dei carburanti. Il gasolio per autotrazione è cresciuto di oltre il 22% nell’ultimo anno.