Michele Bertucco interviene sulle modifiche allo Statuto della Fiera approvate dal Consiglio comunale – qui il nostro articolo – la scorsa settimana. Spiega: “Martedì 15 febbraio 2022 il consiglio provinciale di Verona delibererà sulle modifiche statutarie di Veronafiere. Con questo ultimo voto tutti i soci pubblici si saranno espressi favorevolmente al cambio di statuto. Da tempo, come Verona e Sinistra in Comune, avevamo evidenziato che i problemi della Fiera non derivavano soltanto al Covid, ma risalivano a ben prima della pandemia e vanno ricondotti ad una gestione gravemente carente sotto tutti i punti di vista: degli investimenti, dei risultati, della trasparenza e di una inaccettabile autoreferenzialità.
Delle modifiche statutarie della Fiera si parlava da tempo, precisamente dall’ultimo aumento capitale che si era reso necessario non solo per rimediare al blocco delle attività causate dalla pandemia, ma anche per rilanciare un gestione dell’ente non proprio irreprensibile che già nel 2019, prima del Covid, aveva costretto a vendere il parcheggio multipiano alla Polo fieristico Spa (quindi a se stessa e al Comune) per evitare di chiudere in perdita il bilancio. Poi più nulla. La delibera, già votata dal consiglio comunale di Verona, prevede innanzitutto un aumento delle poltrone del consiglio di amministrazione che passeranno da 5 a 7 posti compreso il presidente. Al Comune di Verona sarebbe assicurata la nomina di due consiglieri fintanto che manterrà una partecipazione di almeno il 28%. Alla domanda in consiglio se il comune ha intenzione di scendere ancora dall’attuale 39,48%? Non è arrivata alcuna risposta.
Altra novità: si istituirà la figura dell’amministratore delegato, che non sarà necessariamente sostitutiva di quella del direttore generale, nel senso che nulla vieterà al cda di incardinare l’una e l’altra con relativo e ulteriore aggravio di costi.
Sulla clausola di gradimento pochi cambiamenti se non la necessità di motivare l’eventuale voto contrario. Ma a preoccupare è l’inserimento in statuto, sia pure con il voto dell’assemblea ordinaria superiore al 60%, della possibilità del “… trasferimento e/o soppressione delle principali manifestazioni fieristiche quali a titolo esemplificativo: Vinitaly, Marmomac, Fieragricola, Fieracavalli e Samoter …”. Sono modifiche importanti che vengono avanzate in assenza di una discussione con la città e con un piano industriale annunciato in sede di aumento di capitale sociale ma non ancora attuato. Quali strategie per il futuro? Quali aggregazioni e con quali partner? Sono domande che nel dibattito consiliare non hanno ricevuto nessuna risposta.
Queste modifiche – conclude Michele Bertucco – rispondono ad interessi e a piani che non sono stati esplicitati in consiglio comunale e che l’amministrazione Sboarina ha subito supinamente in cambio di una poltroncina per la sua corte”.