Tra cambiamenti climatici, pandemie e nuovi assetti geopolitici, il mondo imprenditoriale si trova nel pieno di una trasformazione che riguarda il modo di produrre e consumare beni: è la quarta rivoluzione industriale. Iniziata a partire dal 2014 in Germania e Stati Uniti con le prime forme di “smart factory” (fabbriche intelligenti), l’innovazione è sfociata in un sistema produttivo dove le macchine sono collegate a internet e tra loro, dialogano e si scambiano dati. Dal 2016 anche l’Italia investe in transizione 4.0 con politiche di sviluppo tecnologico e incentivi alla digitalizzazione.

In questo contesto nasce IoT Data Analytics, soluzione progettata e realizzata da Maxfone, la veronese “manifattura italiana dei dati” esperta di tecnologie come intelligenza artificiale e big data. In particolare, a farsi promotore dello sviluppo di innovazioni in grado di migliorare la produttività industriale e l’evoluzione digitale nelle aziende italiane è stato il nuovo competence center della società veronese, IoT Solutions. Le applicazioni sono numerose e vanno dall’autodiagnostica alla manutenzione predittiva, dalla prevenzione contro i fallimenti produttivi al monitoraggio dei consumi energetici, al controllo dei cicli di lavorazione per ogni commessa, operatore o materiale, fino a una maggiore flessibilità e personalizzazione di prodotti. Con vantaggi su tre fattori: costi contenuti, processi più efficienti e più sostenibilità ambientale.

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Paolo Errico, Ceo di Maxfone
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La tutela dell’ambiente è da poco entrata in vigore anche nella Costituzione italiana, sia come principio generale (art.9) che in relazione alle attività economiche (art.41). Oggi infatti i piani per l’Industria 4.0 non hanno solo una funzione economico-produttiva, ma devono “accompagnare le imprese nel processo di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale”, come ha spiegato il presidente del Consiglio Draghi. I progetti IoT Data Analytics di Maxfone potranno essere avviati in qualsiasi azienda produttiva in tre fasi. La prima prevede l’installazione di sensori e dispositivi IoT su macchinari e impianti negli stabilimenti. La seconda segue il collegamento dei sensori alla rete e tra loro: attraverso tecniche di apprendimento automatico il software raccoglie e analizza i dati di processo. Infine manager e coordinatori possono accedere ai risultati delle diagnostiche (statistiche, grafici, kpi, analytics) da ogni computer e device.

Numeri che diventano un supporto di valore, utile e veloce per chi deve supervisionare i processi per controllare l’andamento delle performance, comprendere quali aree funzionano meglio e gestire le criticità. “Il significato della filosofia data-driven è che le aziende così organizzate orientano scelte e azioni seguendo i dati, per questo sono più produttive, sostenibili ed efficienti”, conferma Paolo Errico, CEO di Maxfone e vicepresidente delle PMI di Confindustria nazionale delegato all’Innovazione e alla Transizione Digitale. “Anche se le implicazioni più evidenti si manifestano in ambito industriale, si tratta di una modalità di fare business che non si ferma all’industria e che può dare uno slancio alla competitività di tutto il Made in Italy”.

I dati sono una risorsa a portata di tutti, già in azienda. Ciononostante solo l’1% delle informazioni raccolte viene oggi utilizzata dalle imprese per ottenere vantaggi in termini di valore. Per questo il governo prevede contributi e benefici per accelerare la transizione. Sul piano pratico, spiega Errico, “è necessario lavorare su due fronti: da un lato creare una cultura data-driven e attivare percorsi di formazione con cui accrescere le competenze dei manager. Dall’altro lato dotarsi di strumenti in grado di leggere i dati e ottimizzare i processi: come la nostra soluzione, che è semplice e immediata”.