(aggiornato alle ore 16.28) C’è ancora un bel po’ di tempo per pubblicare i sondaggi politici – la norma vuole lo stop alla diffusione negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale – relativi alle prossime amministrative di cui peraltro manca ancora la data ufficiale di svolgimento. Domani sera su La7 verrà reso noto quello di Pagnoncelli sulle città più importanti che vanno al voto, fra cui Verona. Sarà interessante confrontarlo con quello commissionato da Flavio Tosi che ha chiesto a Demetra di tastare il polso ai veronesi: più di 2mila700 gli interpellati (maschi/femmine over 18) e 800 le risposte positive. Tasso di errore al 2,7%. Il questionario è partito con la domanda rituale: la qualità della vita è migliorata o peggiorata negli ultimi cinque anni a Verona? per il 9,4% del campione è migliorata; per il 47,1% è rimasta inalterata; per il 43,5% è peggiorata.
Secondo quesito: per chi voterà? il 24% non sa o non intende andare a votare; il 35,7% voterà Damiano Tommasi; il 31,2 per Federico Sboarina; il 27,1% per Flavio Tosi%; il 3% per Michele Croce; l’1,7% per il fronte novax di Alberto Zelger; lo 0,6% per Filippo Grigolini e lo 0,7% ha disperso il suo voto in altri rivoli.
Sin qui il sondaggio (almeno per la parte che radio-fante sta consegnando ai giornalisti). In un precedente sondaggio eseguito un paio di settimane fa, commissionato dal centrosinistra, Sboarina era valutato nella forbice compresa fra il 40 e il 42%. Seguiva Tommasi valutato fra il 30 e il 32 e quindi Tosi con un 20.
Alcune considerazioni: l’area di non voto al 24% è la metà di quanto sino ad oggi testato in altri sondaggi, mancando due mesi buoni al voto vorrebbe dire che tre quarti degli elettori sin son già fatti un’idea precisa e questo sembra un dato un po’ troppo alto: infatti, la campagna elettorale non è ancora iniziata per davvero, siamo soltanto alle schermaglie iniziali e l’elettorato non ha certo preso confidenza con persone, idee e programmi. Il dato stride anche con l’area di quanti (ben il 70% degli intervistati) non ha voluto rispondere al sondaggio.
Secondo: dopo la pandemia e la guerra in Ucraina col suo corollario di strazi in diretta tivù e di profughi (donne e bambini) sotto casa, trovare un’area “non negativa” al 56,5% ci sembra un risultato incredibile, estremamente positivo, che favorirebbe più l’incumbent rispetto ai challenger.
Terzo, la partita – è come noto a tutti – si gioca a tre.
A Sboarina va aggiunto il dato di Grigolini, che lo porta a quasi il 32%; a Tosi (ma soltanto in caso di ballottaggio, al momento) il 3% di Croce. Per Tommasi pesa certamente l’effetto novità: non è ancora bandwagoning, ma un campanello d’allarme per il centrodestra questo sì. Il sondaggio conferma che, sommando i punti di Sboarina e Tosi, il centrodestra è maggioritario e vincerebbe al primo turno con una forbice che va dal 51,8 al 69,1.
L’intenzione di voto è relativa al primo turno; non sappiamo se e come è stato testato anche il ballottaggio dove gli apparentamenti contano, ma soltanto sino ad un certo punto, e dove il “partito del weekend al mare” farà il pieno dei voti senza guardare in faccia a nessuno.
Fra le tante variabili, eventuali accordi elettorali prima del deposito delle candidature: ad esempio, con questi dati il 3% di Croce portato dentro ad uno schieramento potrebbe voler dire andare o meno al ballottaggio.
Toccherà alla campagna elettorale confermare o meno i valori di questo sondaggio. E portare la gente ai seggi. Come sempre.