Renzo Rosso (Diesel Farm) con la sua Red Circle Investments è salito al 10% del capitale di Masi Agricola Spa, società quotata alla Borsa di Milano. Rosso, che è già nel board di Masi come consigliere indipendente, sale dal 7,5% precedentemente detenuto. Ad oggi, risultano così azionisti significativi (quindi con più del 5% del capitale) Sandro Boscaini – 7.875.000 azioni, pari al 24,5% -; Bruno Boscaini – con la medesima quota – ; Mario Boscaini – con la medesima quota – e, appunto, la Red Circle Investments S.r.l. con 3,3.2 milioni di azioni. Il rafforzamento di Renzo Rosso segna una più marcata presenza dell’imprenditore vicentino col brand della Valpolicella: proprio nel settembre scorso, ad esempio, Canevel Spumanti (l’antenna di Masi nel cuore del Prosecco) ha lanciato un nuovo Prosecco DOC Biologico Extra Brut nell’ambito di un progetto di co-branding con Diesel, un Prosecco “Casa Canevel – Diesel” che nasce da un originale processo a ciclo lungo svolto in modo naturale con un’unica fermentazione: la vinificazione e la spumantizzazione avvengono infatti in continuità, da mosto d’uva fermentato senza aggiunta di saccarosio.
Masi, nel 2021, ha raggiunto ricavi netti consolidati per 66,4 milioni di euro (51,7 mln di euro nel 2020, +28,4%); un EBITDA di 12,9 milioni di euro (5,5 mln di euro nel 2020); un EBIT di 8,7 milioni di euro (1,3 mln di euro nel 2020) con un utile netto pari a 5,4 milioni di euro (0,8 mln di euro nel 2020) e, infine, un indebitamento Finanziario Netto a 2,7 milioni di euro (6,4 mln di euro al 31 dicembre 2020)
Il grafico successivo mostra la ripartizione qualitativa delle vendite dove si evidenzia la crescita rispetto agli anni della pandemia siano cresciuti i top wines legati all’horeca recuperando la contrazione dovuta ai lockdown imposti dalla pandemia con una spinta importante dal mercato italiano.
Quest’anno per Masi ricorrono 250 anni dalla prima vendemmia dei Boscaini nel Vaio dei Masi, secondo
la tradizione di famiglia: è la storia di un connubio inscindibile tra un cognome, “Boscaini”, e un
toponimo, “Vaio dei Masi”, che si è alimentato nel tempo con l’opera di quei membri della famiglia che
nelle generazioni si sono dedicati alla coltivazione, alla trasformazione dell’uva in vino, alla sua
commercializzazione e, in pari tempo, attraverso le vicende di quel vigneto originario e fondante, di
come sia stato acquisito e integrato in seguito in proprietà via via più ampie.