La Cgia di Mestre col suo ufficio studi continua incessantemente a fare conti e statistiche sui soldi degli italiani, con particolare riguardo a quelli dei lavoratori autonomi che in parte rappresenta. Non c’è settimana che non venga pubblicato un dato statistico, un calcolo, una previsione di carattere economico o fiscale.
Oggi, in vista della Pasqua, forse per allinearsi al significato religioso della festività, la Cgia ha voluto infondere speranza nel cuore degli italiani comunicando che se l’anno scorso la pressione fiscale ha toccato il record storico del 43,5% del Pil, quest’anno invece è destinata a calare al 43,1. Evviva! Tanti auguri!
E così, a conti fatti il prossimo 7 giugno (nel 2021 è stato l’8 giugno, un giorno in più) gli italiani celebreranno il giorno di liberazione fiscale (o “tax freedom day”) cioè da quella data cominceranno a lavorare per sé e per le loro famiglie e non per lo stato come nei 157 giorni precedenti, sabati e domeniche compresi.
Il 7 giugno, secondo i calcoli fatti dalla Cgia, smetteremo così di lavorare per pagare tutti gli obblighi fiscali dell’anno: Irpef, Imu, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, contributi previdenziali ecc. e finalmente potremo lavorare per noi. Sembra impossibile, no? Eppure è così. Ma d’altra parte i servizi che lo stato ci dà dovremo pur pagarli! Solo che col nostro lavoro dei 157 giorni che finiscono li 7 giugno paghiamo anche tutti gli africani che continuano a sbarcare sulle nostre coste e che poi si fermano qui, e tutti i delinquenti stranieri che stanno nelle nostre carceri al costo di 154 euro al giorno. E anche i danni del Carcere Minorile di Treviso che giorni fa dei giovani delinquenti hanno devastato e incendiato perché secondo loro non venivano serviti cibi adatti al Ramadan.