(di Gianni Schicchi) Nel suo primo quartetto jazz “Visions”, la pluripremiata sassofonista cilena collega il suo lavoro all’eredità di artisti latini che l’hanno preceduta, di Frida Kahlo in particolare, creando un parallelo tra le esperienze di quest’ultima e le proprie esperienze personali, come sassofonista donna impegnata ad affermarsi in un paesaggio dominato dagli uomini. Nella sua prima registrazione per il quartetto jazz, la sassofonista aggiunge una nuova dimensione al suo suono, dando vita a un movimento trasformativo di espressione e identità.
Melissa Aldana è nata a Santiago, Cile. Ha iniziato a suonare il sassofono all’età di sei anni, sotto l’influenza e l’insegnamento di suo padre Marcos Aldana, anche lui sassofonista professionista. Melissa ha iniziato ad usare il sax contralto, influenzato da artisti come Charlie Parker, Cannonball Adderley e Michael Brecker. Tuttavia, dopo aver ascoltato per la prima volta la musica di Sonny Rollins, è passata al sax tenore. Il primo sassofono tenore che ha usato era un Selmer Mark VI appartenuto al nonno. Ha iniziato ad esibirsi nei jazz club di Santiago nella prima adolescenza. Nel 2005, dopo averlo incontrato mentre era in tournée in Cile, è stata invitata dal pianista Danilo Pérez a suonare al Panama Jazz Festival, oltre ad una serie di audizioni presso scuole di musica negli Stati Uniti.
Come risultato di queste presentazioni, ha continuato a frequentare il Berklee College of Music di Boston, dove i suoi tutor erano Joe Lovano, George Garzone, Frank Tiberi, Greg Osby, Hal Crook, Bill Pierce e Ralph Peterson. Si è poi laureata alla Berklee nel 2009, trasferendosi a New York per studiare con George Coleman. Ha registrato il suo primo album, Free Fall, pubblicato su Inner Circle Music di Greg Osby nel 2010. Le sue esibizioni dal vivo in questo periodo includevano concerti al Blue Note Jazz Club e al Monterey Jazz Festival e il suo secondo album, Second Cycle, è uscito nel 2012. Nel 2013, a 24 anni, è stata la prima musicista donna e la prima musicista sudamericana a vincere il Thelonious Monk International Jazz Saxophone Competition, in cui suo padre era finito semifinalista nel 1991. Il premio era una borsa di studio di 25 mila dollari e un contratto discografico con Concord Jazz. Riferendone la vittoria, il Washington Post l’ha descritta come “rappresentante di un nuovo senso di possibilità e direzione nel jazz”.