AgmsAim sceglie la sede del Consorzio del Canale Camuzzoni, al Chievo, per tenere il CDA che approva il bilancio dei record, il primo dalla fusione. «Una scelta non casuale, ovviamente – sottolinea Stefano Casali, presidente della multiutility – qui il 29 marzo 1923 vennero poste le basi dello sviluppo economico di Verona attraverso la realizzazione di questa opera idraulica con la centrale elettrica per dare energia alla nascente industria scaligera. Questo volevano i “padri fondatori” di Agsm e qui torniamo per sottolineare che quella mission non è cambiata: anzi, noi oggi siamo uno dei principali player del mercato nazionale e come tale ci muoveremo».
Casali ci tiene a rimarcare soprattutto che i risultati ottenuti («Superiori al piano industriale» aggiunge) non sono stati raggiunti ribaltando sui clienti il caro energia, dove invece si sono internalizzati gli extra costi, comportando così una riduzione del margine operativo lordo della business unit dedicata di ben 13 milioni€, ma grazie allo sviluppo di tutte le altre aree operative. Con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale: «Il 40% della nostra energia prodotta deriva da fonti rinnovabili e in questa ottica va il revamping di Cà del Bue che diventerà il cuore dell’economia circolare veronese con la produzione di biometano».
Il bilancio: il fatturato sale a 1,9 miliardi €, in crescita del 59% rispetto al 2020. Il margine operativo lordo raggiunge i 175,7 milioni€ (incremento del 45% rispetto allo stesso dato del 2020 quando si fermò a 121 milioni). La crescita del MOL è attribuibile prevalentemente alle aree produzione e cogenerazione che hanno beneficiato dell’ottimizzazione delle vendite di energia alla Borsa elettrica in finestre di mercato estremamente favorevoli. A queste, si aggiungono i risultati della gestione delle reti che vedono un incremento del Mol per 11 milioni, grazie anche alla cessione delle reti di alta tensione a Terna. Positivo anche il contributo di EcoTirana e della Smart services (illuminazione pubblica principalmente).
I clienti del Gruppo sono saliti a 861mila (più 12% sull’esercizio precedente) e dei volumi di elettricità e gas venduti, rispettivamente pari a 4.756 GWk (più 34%) e 511 milioni di metri cubi (più 3% sul 2020). L’energia prodotta è stata pari a 310 GWh (più 5%) da eolico, fotovoltaico e idroelettrico; l’energia da impianti termoelettrici è stata pari a 500 GWh (più 16%). In forte crescita anche la cogenerazione, più 62% a 295 GW. i punti luce complessivamente gestiti sono ora 72mila con una crescita del 48% in un anno nel passaggio alla tecnologia LED che abbatte i consumi e le emissioni di gas serra.
La sommatoria di tutte le aree di business ha portato ad un utile netto consolidato di 57,1 milioni, il 60% in più rispetto al 2020. Questo ha permesso la distribuzione di un extradividendo ai due Comuni soci per aiutare il ristoro alle fasce sociali più colpite dal caro-gas ed al sistema delle imprese: dai 24,5 milioni previsti si sale a 27 milioni, la crescita complessiva sull’esercizio precedente è del 74%.
Prosegue la tensione agli investimenti di gruppo: 84 milioni nell’ultimo esercizio, il 23% in più sul 2020 e il 60% in più rispetto alla media degli ultimi sei anni precedenti la fusione. Di conseguenza, migliora la posizione finanziaria netta che oggi si attesta su 401 milioni€ mentre nel passato esercizio questa voce si era fermata alla soglia di 312 milioni.