(di Stefano Tenedini) Lo spirito del Leone ha deciso che strada prendere nei prossimi tre anni: proseguirà sul sentiero tracciato e seguito finora, senza cercare nuovi territori di caccia e nuovi maschi alfa. Eppure i contendenti hanno lasciato il segno: la maggioranza si è affermata con un ampio margine, il 56% del capitale presente all’assemblea virtuale di stamattina a Trieste, ma l’opposizione ha raccolto quasi il 42% dei consensi, segno che la voglia di “risvegliare il Leone” è più diffusa del previsto. Un segnale che non potrà essere ignorato: in che modo, lo vedremo nei prossimi mesi con gli atti concreti, le strategie e le scelte di mercato.

Fuori dall’affascinante metafora della savana, resta un dato di fatto incontrovertibile. Nel sistema assicurativo italiano, di cui Generali non può non rappresentare un pilastro portante ed essenziale, ha vinto la continuità. Che però potrebbe venire “corretta” grazie alle richieste di innovazione e di politiche più “aggressiva” che sono emerse intorno alla cordata Caltagirone, Del Vecchio, Fondazione CRT e Benetton. La famiglia di Ponzano Veneto potrebbe anzi giocare un ruolo meno marginale di quanto il 4% di capitale posseduto farebbe pensare. La scelta di stare con Caltagirone anche se la bilancia pendeva verso Mediobanca andrebbe letta in questo senso: ridurre il distacco tra i due schieramenti, favorire il dialogo ed evitare uno scontro che potrebbe finire a carte bollate. Cercare di unire, insomma, non di dividere.

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Andrea Sironi, futuro presidente di Generali
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Philippe Donnet, confermato Group Ceo del Leone

Per quanto riguarda il punto di vista veronese, va sottolineato che a uscire confermata dai numeri dell’assemblea è proprio la maggioranza che ha fortemente voluto Cattolica, che ha spinto per il primo aumento di capitale, che ha puntato sull’Opa, che ha tenuto fermo il punto anche sul prezzo e alla fine ha portato a casa un risultato di cui stiamo ancora parlando. Generali si è spesa molto nell’assicurare (non è un gioco di parole) lo sviluppo dell’ultracentenaria compagnia di Lungadige Cangrande. Le promesse – impegnative – sono la permanenza e valorizzazione del brand, la crescita nelle linee di mercato in cui proprio Cattolica ha qualcosa da insegnare (agricoltura e terzo settore soprattutto), la stabilità di dipendenti e rete agenziale. Aspetteremo i fatti a confermare oppure a smentire quanto annunciato durante d’Opa. Ne daremo credito o ne chiederemo conto alla nuova proprietà, e lo stesso faremo con chi a Verona ritiene ancora oggi un errore questa trasformazione.

Ma vediamo in breve i risultati e gli effetti immediati. L’assemblea, votando per la lista del CdA uscente, ha riconfermato anche il Group Ceo Philippe Donnet. Per Assogestioni ha votato meno del 2%, mentre il quorum necessario per essere rappresentati in consiglio era del 5%. A sostenere la linea della precedente maggioranza anche la partecipazione record: il 70% rispetto all’abituale 55-56%. Anche questo è un segno che in qualche modo il Leone si è svegliato e ha risposto agli appelli: vuoi del CdA uscente che dell’opposizione. Nel nuovo consiglio entreranno dieci nomi proposti dalla maggioranza (Andrea Sironi sulla poltrona di presidente e Philippe Donnet al timone) e i tre candidati da Caltagirone, con lo stesso costruttore, Marina Brogi e Flavio Cattaneo.

“La maggioranza si è espressa con chiarezza, senza ambiguità, una testimonianza di fiducia nel nostro team di management e nel nostro piano”, ha sottolineato Philippe Donnet. “Tutti insieme ora possiamo lavorare con determinazione e serenità nella stessa direzione, per perseguire l’interesse di tutti gli stakeholder. Grazie per la fiducia: sono onorato e orgoglioso di continuare a lavorare per un gruppo straordinario: guidare una società con 190 anni vuole dire avere responsabilità che vanno oltre l’orizzonte di questo mandato”, ha concluso.

“Nel 2021 il gruppo Generali ha raggiunto risultati straordinari: con questa soddisfazione si conclude il mandato che ho avuto l’onore di ricoprire per undici anni”, ha detto il presidente uscente di Generali Gabriele Galateri di Genola. “Un periodo in cui ho visto la compagnia crescere, diventare sempre più solida, sostenibile, internazionale, inclusiva e innovativa. E oggi, a conclusione di un ciclo strategico con cui abbiamo consolidato la leadership di Generali in Europa, è motivo di orgoglio poter presentare questo bilancio in assemblea”.