Tutto esaurito al Bengodi per la partita Verona-Milan di stasera alle 20,45. Non è una partita come le altre. Da una parte c’è la voglia del Verona di battere il proprio record di piazzamento in campionato. Ovviamente senza considerare quello dello scudetto. L’asticella è a 54 punti. Adesso ne ha 52. Va da sé che Tudor, come ha dichiarato nella conferenza stampa alla vigilia della gara, voglia vincere e che i giocatori, pur in una posizione di classifica assolutamente tranquilla, siano motivati a farlo. “Per loro sarà una gara molto importante,- dice il mister veronese- e di conseguenza lo sarà anche per noi, perché quando ti guardano tutti vuoi fare sempre bella figura”.
Dall’altra c’è il Milan, secondo a un punto dall’Inter capolista. Deve assolutamente vincere se vuole restare in corsa per lo scudetto. Ed anche stavolta, come s’è già ripetuto nella storia del calcio italiano, il destino dei rossoneri passa per la “fatal Verona”, dove ha perso due scudetti, uno nel 1973 e l’altro nel 1990. E a Tudor la cosa viene fatta presente con una domanda alla quale risponde sorridendo: “per noi cambia poco, siamo focalizzati sul presente. Noi vogliamo vincere, c’è una partita da giocare, nella quale ci saranno più tensioni rispetto al solito. Anche se saranno da vivere come una normale partita di calcio”.
Ma non è escluso che questa storia dell’’Hellas che fa perdere gli scudetti al Milan possa pesa psicologicamente togliendo ai giocatori di Pioli quella tranquillità che serve per portare a casa il risultato.
In settimana a Tudor sono arrivati i complimenti di Marcello Lippi, l’allenatore che ha vinto l’ultimo mondiale. “Ho una stima enorme e un sentimento forte per un allenatore che ha fatto la storia – ha detto orgoglioso Tudor-. Mi ha portato in Italia, è stato il tecnico più importante della mia carriera: il mio modo di vedere il calcio lo devo a lui, ho appreso molto da lui. Gli voglio bene, anche se negli ultimi anni non ho avuto la fortuna di incontrarlo. È uno dei complimenti più belli ricevuti negli ultimi anni”.