Quest’anno la mietitura del grano costerà agli agricoltori del Basso Veronese il 50% in più rispetto al 2021 (da 100 euro a 150 euro a ettaro) a causa dell’aumento del gasolio agricolo, passato da 0,70 euro al litro di qualche mese fa agli attuali 1,40 euro al litro, in particolare dopo l’annuncio da parte dell’Ue dell’embargo sul petrolio russo.
Cia Verona lancia l’allarme alla vigilia delle operazioni di mietitura, in calendario fra la metà e la fine di giugno. Una coltura, quella del grano tenero, che in provincia – e soprattutto nell’area del Basso Veronese – conta 15.200 ettari su 95.300 della regione. Un recente studio, a cura di Cia, rileva che è previsto pure un incremento dei costi di trasporto verso i centri di stoccaggio (+50%), dove anche la refrigerazione del grano sconterà il generale aggravio delle spese energetiche. Registrata poi un’impennata dei fertilizzanti provenienti dalla Russia, dovuta a mere speculazioni: +400%. E non è finita qui.
“A questo si devono aggiungere le uscite, più che raddoppiate, per la manutenzione e la ricambistica necessaria alle macchine agricole”, sottolinea il presidente di Cia Verona, Andrea Lavagnoli. “Le aziende che, per vari motivi, non riusciranno a coprire i costi di produzione, in autunno potrebbero addirittura decidere di non seminare nuovamente grano”. Con la diretta conseguenza, chiarisce Lavagnoli, “di una sempre maggiore dipendenza dall’estero di materie prime agricole”.
Di qui la richiesta che Cia ha avanzato al Governo: il comparto agricolo deve essere destinatario nel breve periodo di specifici aiuti, peraltro non solo in termini di finanziamenti a fondo perduto. “Durante la pandemia abbiamo affermato che per superare un momento di gravità eccezionale servivano interventi dello Stato altrettanto eccezionali – commenta il presidente – Lo stesso vale adesso, a più di tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina. Le nostre aziende hanno bisogno di agevolazioni e sostegni diretti”. Fra le misure immediatamente attuabili, la garanzia del prezzo di vendita del prodotto: “Oggi le uscite sono certe, ma non il prezzo di vendita finale, dato che in questa fase il mercato è estremamente volatile”. Inoltre, al di là delle oggettive difficoltà di reperimento delle materie prime agricole, e dei prezzi in crescita in maniera esponenziale, sono in atto dei fenomeni di speculazione, non giustificabili, complicati da intercettare. Il Governo è chiamato a monitorare la situazione”.