Chi si ricorda il caso Marsiglia, il finto professore, finto ebreo, finta vittima di un’aggressione fascista da lui inventata di sana pianta? Era il 2000: Louis Marsiglia, che insegnava religione al Maffei senza averne i titoli, denuncia di essere stato aggredito e picchiato in piazza Isolo da un gruppo di ‘fascisti’ per il fatto di essere ebreo. La notizia rimbalza sui media nazionali e a Verona scatena delle manifestazioni antifasciste che non si ricordavano dagli anni ’70. Il caso monta sempre di più, tanto che Michele Santoro su Rai 3 ci imbastisce un numero della sua trasmissione “Sciuscià” nella quale dipinge a tinte fosche una Verona nelle mani della destra più becera, fascista, razzista, nazista e bigotta: la solita storia. Il caso si rivela presto una bufala. Marsiglia s’era inventato tutto e l’inchiesta giornalistica portata aventi da don Bruno Fasani, allora direttore di Verona Fedele, aveva contribuito a far emergere la verità.

Anche allora gli studenti del Maffei si mobilitarono in difesa del loro profe di religione, come quelli di oggi in difesa di don Marco Campedelli, reo di aver criticato il Vescovo. 

Si tratta di due situazioni completamente diverse. Marsiglia un volgare truffatore laico, don Campedelli un onesto e amato insegnante di religione.

Senza entrare nel merito di una vicenda che riguarda i rapporti fra un prete e la gerarchia ecclesiastica e fermo restando il diritto costituzionale alla libertà di pensiero di ogni cittadino, c’è però un dato che balza all’occhio. In seguito ai Patti Lateranensi del 1929 gli insegnanti di religione vengono nominati dalla Curia vescovile.  Se don Campedelli è da 22 anni che insegna al Maffei, vuol dire che è stato nominato nel 2000, subito dopo che Marsiglia era stato licenziato. Niente niente che ne abbia addirittura preso il posto. Non è che la nomina degli insegnanti di religione del Maffei porti molta fortuna alla Chiesa veronese…