A leggere le agenzie di oggi – Borsa in positivo, crescita dei contratti a tempo indeterminato, andamento della finanza pubblica, crescita del Pil al 3,2% – sembra di tornare indietro di sessant’anni, all’Oscar delle valute assegnato alla Lira (per la generazione X è la valuta di corso legale in Italia prima dell’Euro). Beh, non sogniamo troppo. La finanza pubblica (nella foto, Donato Menichella, Governatore di Bankitalia in quegli anni d’oro) sorride a luglio grazie ad un risultato frutto di una disciplina fiscale che va oltre al prelievo alle pompe di benzina.
Nel mese di luglio 2022 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un avanzo di 7.500 milioni, con un miglioramento di circa 2.000 milioni rispetto al corrispondente valore di luglio 2021, che si era chiuso con un avanzo di 5.473 milioni. Il fabbisogno dei primi sette mesi dell’anno in corso è pari a circa 34.400 milioni, in miglioramento di circa 44.800 milioni rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2021 (79.219 milioni).
Nel confronto con il corrispondente mese del 2021, il miglioramento del saldo è dovuto in larga misura all’andamento positivo degli incassi fiscali la cui crescita è ascrivibile ai versamenti in autoliquidazione, sulla quale ha pesato la diversa calendarizzazione dei versamenti per i soggetti ISA che lo scorso anno erano slittati a settembre, nonché all’aumento dei versamenti dei contributi sociali, dell’IVA e delle altre imposte indirette. Il risultato positivo è stato parzialmente attenuato dall’aumento dei pagamenti, cui hanno contribuito: i maggiori prelievi degli Enti di Previdenza per l’erogazione ai pensionati del bonus 200 euro, previsto dall’articolo 32 del decreto-legge 50 del 2022; la maggiore spesa per stipendi, dovuta anch’essa all’erogazione del bonus 200 euro ai dipendenti pubblici, e la maggiore spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali. Il bonus 200 euro ai dipendenti privati è stato anticipato dai datori di lavoro, con compensazione a valere sui versamenti contributivi del mese successivo.
La finanza pubblica registra anche l’erogazione della prima tranche di circa 800 milioni relativa al prestito al GSE di 4.000 milioni, disposto dall’articolo 4 del decreto-legge 80 del 2022, per l’acquisto di gas naturale ai fini dello stoccaggio e della successiva vendita. La spesa per interessi sui titoli di Stato è in linea con il valore dello stesso mese dell’anno precedente. Resta il debito monstre da affrontare…un incubo per uscire dal sogno di luglio.