Gli effetti della siccità nel Veronese si faranno sentire particolarmente sul mais, essendo una coltura che richiede molta acqua. E anche le grandinate lasceranno il segno. “Abbiamo avuto già grandi difficoltà in primavera con le semine a causa della mancanza di piogge – ricorda Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona -. Anche l’estate, però, è stata poco generosa in termini di acqua piovana e perciò ci sarà da verificare a raccolto ultimato il calo di produzione che sicuramente ci sarà a causa di siccità e avversità atmosferiche. Quest’anni si è ricorsi scarsamente al secondo raccolto di mais, sia per l’andamento climatico, sia per il rialzo dei prezzi della soia”.
Lavagnoli osserva come ci sia una turbolenza planetaria per quanto riguarda i prezzi sia del mais che della soia, che sono in rialzo, a causa degli acquisti che sta facendo la Cina dopo la rottura dei rapporti di importazione con l’Australia. “In tutto questo si inseriscono le rilevanti speculazioni sui prezzi e finanziarie, l’evoluzione climatica, i riflessi dei consumi in periodo di pandemia – dice -. Se da un lato si assiste ad un aumento dei prezzi della soia rilevantissimi, dall’altro gli acquirenti come gli allevatori vedono, come nel caso del settore del latte, un’incidenza di costi al litro non inferiore a 5 centesimi. È evidente che c’è la necessità di istituire degli osservatori sui prodotti che sia in grado di effettuare delle previsioni sui prezzi, tenendo conto dei flussi del commercio mondiale, dell’influenza che esercita la speculazione finanziaria, delle evoluzioni climatiche nei vari contesti mondiali, delle politiche protezionistiche che mettono in atto diversi Paesi anche per ragioni geopolitiche, delle emergenze sanitarie, della rimodulazione delle politiche comunitarie, del mercato delle materie energetiche e delle varie problematiche logistiche”.